Negri Sud, presidio permanente

Santa Maria Imbaro: sit-in contro i 60 licenziamenti. Nasuti: «I sindacati stanno giocando sporco»

SANTA MARIA IMBARO. Un’assemblea straordinaria aperta a tutti e che faccia chiarezza sulla situazione finanziaria dell’istituto di ricerca farmacologica Mario Negri Sud. È la proposta del consiglio di amministrazione della Fondazione Negri Sud all’indomani dell’annuncio della procedura di licenziamento di circa 60 persone sui 100 dipendenti effettivi. Ieri nella sede dell’istituto a Santa Maria Imbaro si è svolto un confronto a tratti durissimo tra il direttore scientifico del centro di ricerca, Gianni Tognoni, e alcuni dipendenti e rappresentanti sindacali. L’atmosfera è tesissima. I lavoratori vivono ancora nell’incertezza di essere mandati a casa mentre è iniziato il presidio permanente dei rappresentanti sindacali davanti all’istituto.

Le difficoltà finanziarie. A pesare sul bilancio del Negri Sud, in perdita di 4.600.000 euro, è soprattutto la voce che riguarda il personale. Tra dipendenti effettivi, un centinaio, e i borsisti, circa 80 ricercatori, la Fondazione spende 360mila euro al mese di stipendi. Ma allo stesso tempo i dipendenti fanno notare che gli stipendi sono in arretrato di 10 mesi e che la cassa integrazione è ferma a settembre, pagata solo per il 40%. Chi sta lavorando a dei progetti per assurdo ha i soldi per mandare avanti la ricerca per cui sono stati destinati fondi ad esempio da onlus e associazioni nazionali ed europee, ma non percepisce stipendio.

La minoranza in Provincia. «Avevamo paventato da tempo che il futuro della fondazione era avvolto nella nebbia», scrivono in una nota i capigruppo consiliari Camillo D’Amico (Pd), Giovanni Mariotti (Sel), Eliana Menna (Idv), Nicola Tinari (Prc), «che regna una sovrana incertezza sui ruoli dei dirigenti e che mai si è fatta chiarezza sulle responsabilità pregresse circa le disastrose gestioni finanziarie che hanno fatto maturare un debito consistente che, nonostante il passaggio giuridico da consorzio a fondazione, è ancora tutto da saldare. A tutto questo», prosegue la minoranza provinciale, «resta da comprendere e capire il ruolo della Regione che ha prodotto una legge di scopo, ma non l’ha accompagnata con uno stanziamento certo su cui far affidamento per programmare le attività e il possibile rientro del debito pregresso».

La voce dei soci istituzionali. «Non abbiamo mai parlato di licenziamenti», precisano i soci istituzionali della Fondazione Negri Sud, Enrico Di Giuseppantonio, presidente della Provincia, ed Emilio Nasuti, presidente della commissione bilancio della Regione), «semplicemente si tratta di una soluzione, ancora da discutere, che fa riferimento alla mobilità per una quarantina di persone laddove non si raggiunga l’accordo sugli ammortizzatori sociali che prevedeva la cassa integrazione al 50% per 43 dipendenti e al 100% per 10 dipendenti volontari. Nessuno vuole i licenziamenti», sottolinea Nasuti, «i sindacati stanno giocando sporco. E nessuno ha mai sentito quei numeri. La Regione sta facendo la sua parte: non è automatico che all’affidamento di progetti seguano finanziamenti, ci vuole tempo. Si dovrebbe innanzitutto bloccare l’emorragia debitoria accettando la cassa integrazione, cosa che i sindacati non hanno fatto».

Daria De Laurentiis

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