«Non sono io l’assassino di mamma e papà»

Marco Del Vecchio si difende davanti al giudice: non so chi sia andato a trovarli Celebrati i funerali dei genitori. Attesi i risultati degli esami sugli abiti sequestrati

VASTO. Marco Del Vecchio, 37 anni, resta in carcere. L’uomo nega di essere l’assassino dei genitori ma il suo atteggiamento non convince i magistrati. Intanto ieri pomeriggio nella chiesa di San Pietro in Sant’Antonio, il parroco, don Stellerino D’Anniballe, ha celebrato i funerali delle due vittime.

L’interrogatorio di garanzia.Quando ieri mattina, qualche minuto prima delle 11, Marco Del Vecchio è comparso davanti al Gip, Stefania Izzi, sembrava tranquillo e sereno. L’uomo ha stretto la mano al suo legale, l’avvocato Raffaele Giacomucci, e si è sottoposto di buongrado alle domande del magistrato raccontando il suo travagliato rapporto con i genitori, Emidio Del Vecchio, 78 anni, e Adele Tumini, 72. Ha ricostruito il fine settimana e confermato di avere incontrato la sorella. «Ha spiegato al giudice che viveva con i suoi ma stava pochissimo con i genitori e non mangiava con loro», dice l’avvocato Giacomucci. Ha ammesso che i genitori lo aiutavano economicamente. Ogni settimana Emidio Del Vecchio e Adele Tumini davano al figlio 50 euro. Sabato pare che a consegnargli i soldi sia stata la sorella Nicoletta. «Ha detto anche che nel pomeriggio è uscito, com’era solito fare tutti i sabato», aggiunge l'avvocato Giacomucci. Arrivati all’ora del delitto, Marco Del Vecchio ha smesso all’improvviso di parlare. «Non sono stato io a uccidere i miei genitori. Non lo so chi è andato a trovarli». Ha ripetuto prima di chiudersi in un ostinato mutismo. Un atteggiamento che a parere del difensore racconta le condizioni fisiche e mentali del suo cliente. «Ha improvvisi sbalzi d’umore. Accetta qualcosa e un attimo dopo la rifiuta. Visto il comportamento del mio assistito ho chiesto per lui una perizia psichiatrica»,afferma Giacomucci. Il sostituto procuratore, Enrica Medori, ha invece chiesto la convalida della custodia cautelare in carcere. Il Gip si è riservata di decidere su entrambe le richieste.

Le indagini. Molti dei quesiti ancora senza risposta saranno probabilmente risolti non appena arriveranno i risultati delle perizie scientifiche eseguite sugli oggetti e sugli indumenti sequestrati nella casa di via Anghella, l’abitazione in cui è avvenuto il duplice omicidio. L’assassino ha ripulito meticolosamente pavimento e mobili, ma ha lasciato molte tracce. È importante verificare anche se sul coltello sequestrato nella cucina dei due anziani ci sono le impronte di Marco. L’appartamento di via Anghella per il momento resta sotto sequestro.

I funerali. La città ha salutato per l’ultima volta Emidio Del Vecchio e Adele Tumini ieri pomeriggio. La figlia Nicoletta - il cui rappresentante legale è l’avvocato Gianni Menna - avrebbe voluto una cerimonia funebre riservata. Ma sono state davvero tante le persone che hanno voluto rendere omaggio alla coppia. «Era impossibile non voler bene ad Adele. Era sempre pronta a qualsiasi sacrificio», ha detto una conoscente. Alle 15 le salme hanno lasciato l’obitorio dell’ospedale San Pio e hanno raggiunto la chiesa di San Pietro in Sant’Antonio. Ad accogliere i feretri seguiti dai figli e dai fratelli delle vittime è stato don Stellerino D’Anniballe. Il celebrante ha accostato la tragedia vissuta dai due anziani a quella dei martiri. Il sacerdote conosceva bene Emidio e Adele. A stento è riuscito a trattenere la commozione parlando dall’altare ai fedeli. «Mai mi sarei aspettato di dover celebrare il funerale di due persone che conoscevo bene», ha ammesso. «Adele veniva spesso in chiesa e prendeva la comunione. Era una donna buona che non meritava tutto questo. Ma anche Emidio era tanto bravo. Domenica mattina quando ho saputo della tragedia ho sperato che non fosse vera. Ora voglio pensare che Emidio e Adele abbiano compiuto un atto eroico».

Paola Calvano

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