Non una caduta, neppure un suicidio. Marina è stata spinta dal balcone
Le prime indiscrezioni sull'esito dell'autoposia sembrano confermare l'ipotesi dell'omicidio. Il racconto del medico Salvio al Tgr
CHIETI. Non una caduta accidentale, non un suicidio: Marina Angrilli sarebbe stata spinta giù dal balcone. Lo confermano - secondo quanto si apprende dalle prime indiscrezioni trapelate sull'esito dell'autopsia sul corpo della moglie di Fausto Filippone, eseguita all'obitorio di Chieti dal medico legale Cristian D'Ovidio. L'accertamento avrebbe consentito di appurare che, per tipologia di lesioni e di traiettorie, la donna non si sarebbe suicidata. Escluso anche il malore e colluttazioni. A far propendere per l'ipotesi che si sia trattato di un omicidio c'è la valutazione tra il punto di caduta e il punto di impatto, oltre alla tipologia delle lesioni riportate. L'accertamento ha consentito di appurare che si è trattato di una caduta estremamente improvvisa. La donna è morta nel primo pomeriggio, in ospedale. Il medico legale eseguirà tutta una serie di accertamenti di laboratorio sui campioni prelevati e consegnerà alla Procura una relazione tra 60 giorni. «Quando è arrivata l'ambulanza, Filippone era lì intorno. Si muoveva nervosamente nel cortile. Dopo qualche secondo, è arrivata una seconda ambulanza e dietro una volante della polizia. Gli agenti sono scesi. Non ho badato a cosa facessero né a cosa facesse il marito, che era lì presente, perché a un certo punto un operatore del 118 gli ha chiesto se avesse un documento della signora. Lui ha detto: "Vado a cercarlo". Poi è tornato subito dopo dicendo di non averlo. Poi sono andati via tutti insieme: le ambulanze, la volante e il marito della signora». È il racconto, al Tgr Abruzzo, del medico Giuliano Salvio che a mezzogiorno del 20 maggio, uscendo di casa, a Chieti Scalo, per prendere l'auto, ha trovato Marina Angrilli in terra nel cortile. «Non c'era nessuno. Uno o due minuti dopo ero piegato sulla signora e ho visto qualcuno che camminava nervosamente intorno a me. Allora ho chiesto: Cosa è successo? "È caduta dal secondo piano", mi ha risposto. Ho chiesto: Lei conosce la signora? "Si, è mia moglie"».