Nove morti in 14 giorni: eguagliata la prima fase

Nel totale gli otto anziani dell’Antoniano ma nell’istituto la situazione migliora Gli infermieri Asl: pronti ad aiutare le strutture private ma ci vuole la deroga
LANCIANO. La città piange la morte di un altro cittadino, N.R., 85 anni, deceduto la notte scorsa nell’ospedale di Chieti dove era ricoverato da alcuni giorni. A Chieti è morta A.D’A., 67 anni, di Rosello. Con l’ultimo morto, Lanciano raggiunge il numero di 9 decessi in 14 giorni, gli stessi registrati nella prima fase Codiv-19. A pesare in questo triste elenco gli 8 anziani deceduti dell’istituto antoniano dove si comincia a rivedere la luce. Anche ieri il direttore sanitario, Evandro Tascione, nel bollettino quotidiano ha confermato che la situazione è in «costante miglioramento, sia degli ospiti in struttura che dei quattro pazienti ricoverati a Chieti. La cautela rimane d’obbligo, ma sono notizie che ci fanno ben sperare».
E di speranza parla padre Giancarlo, il direttore dell’istituto, che pure fa i conti con il virus che ha colpito i confratelli di Sant’Antonio. Qui 4 religiosi sono risultati positivi e tre negativi. «Questi risultati e il fatto che io sia ancora negativo al tampone», dice padre Giancarlo, «fa capire che il virus non esce dall’Antoniano, dove abbiamo 30 ospiti non positivi: 18 completamente negativi e 12 da rivedere. Sono dati che danno un’iniezione di fiducia e speranza. Anche alcuni operatori sono negativi e presto potranno rientrare a lavorare».
E un grande lavoro hanno svolto finora le équipe dell’Unità speciale continuità assistenziale (Usca) della Asl, oltre ai medici del distretto e di Chieti anche se servono ancora operatori socio sanitari (Oss) e soprattutto infermieri. Servono all’Antoniano ma anche nella residenza anziani ex Sorgente di Frisa, dove ci sono 16 ospiti e 4 operatori positivi (a Frisa ci sono 41 casi Covid) e nella residenza anziani di Villa Santa Maria.
«Noi infermieri Asl saremo anche pronti a dare una mano», dicono alcuni infermieri dell’ospedale Renzetti, «vorremo tamponare i turni al Sant’Antonio, all’ex Sorgente ma il nostro contratto, ormai vecchio, impone l’esclusività della prestazione lavorativa. Andrebbe cambiato». «Servirebbe una deroga a una norma nazionale che impedisce agli infermieri Asl di fare altre attività», spiega il sindaco Mario Pupillo, «e in situazione di emergenza invece ci dovrebbe essere una deroga che permette a noi sindaci di aiutare le strutture indicando infermieri e Oss, oggi introvabili, anche della Asl. Mi sto mettendo in contatto con i parlamentari abruzzesi, come Luciano D’Alfonso, per portare una proposta al ministro della salute, Roberto Speranza».
Intanto i casi continuano a salire. A Lanciano ci sono 229 positivi, 47 guariti e 9 decessi, ad Altino 18 casi: il Comune oggi sanificherà le strutture scolastiche per garantire la sicurezza e la gestione degli aspetti sanitari e igienici nelle sedi. Atessa 35 casi, Casoli 10, Fossacesia 26, Rosello 7, Treglio sale a 7 e Santa Maria Imbaro a 4. (cr.la)
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