Nucleare, no delle associazioni

Incontro con la consulta. Gasparri: "Altre regioni pronte a ospitare centrali". Ginefra pronto a modificare l'ordine del giorno

CHIETI. Di una centrale nucleare in città neanche a parlarne. L'accordo, al massimo, può esserci sull'attivazione di ricerca nel settore energetico e di formazione di tecnici esperti sull'energia, nucleare quanto rinnovabile. Il dibattito nel polo tecnico della Provincia, promosso dalla consulta comunale delle associazioni del settore cultura e ambiente, ha mostrato di netto la posizione dei partecipanti. Non molti in termini numerici ma di certo ferrati sull'argomento. Non li ha convinti, in particolare, Antonio Gaspari, direttore del Centro studi di scienze ambientali e biotecnologiche dell'università Europea di Roma. «L'Abruzzo, sempre che arrivi al nucleare», osserva il docente, «dovrà competere con tante altre regioni che reclameranno una centrale per gli investimenti che comporta, 4 miliardi per la costruzione, i posti di lavoro, 5 milioni l'anno di contibuti al Comune che la ospita ed energia gratuita per i suoi residenti».

Il docente ha ricordato come la luce e il calore delle stelle derivino da reazione nucleare e che poi tutto questo pericolo connesso a un territorio sismico non lo vede. «In Giappone, zona tra le più sismiche del mondo», conclude, «ci sono 55 impianti attivi e ne pensano di costruire altri 17».

Punti tutti contestati da oltre 20 interventi. Gli risponde subito Francesco Stoppa, esperto in geochimica: «L'organizzazione e la risposta strutturale al terremoto sono profondamente diversi tra Giappone e Italia, basta confrontare i dati su vittime e danni».

Non interessano i risvolti economici, si confuta la capacità produttiva degli impianti. «Sfido chiunque a mettersi il sole in casa propria», replica Andrea Tavoletta, «non si parla mai dei devastanti effetti di questi impianti sulla salute dell'uomo e degli organismi biologici, così come dei continui incidenti nelle centrali».  «L'energia nucleare non è rinnovabile», continua Rosa Fiannaca, «perché investirci? La Germania sta investendo in fotovoltaico, aumentando già i livelli occupazionali». In sala, tra i diversi esponenti politici, c'è l'ex sindaco Ricci. Un punto di incontro arriva. Il capogruppo del Pdl in consiglio comunale, Vincenzo Ginefra, si dice «disponibile a modificare l'ordine del giorno in discussione venerdì in consiglio sull'argomento, recependo le istanze delle associazioni cittadine».

Non è con lui il consigliere del Pdl Raffaele Di Felice.  «Volevamo innescare in confronto sul tema», continua Ginefra, «non essere negazionisti a prescindere e ci siamo riusciti. Oggi, è vero, non ci sono le condizioni per una centrale nucleare in città, ma la legge nazionale esiste, perché non recepirne i riflessi positivi, magari prevedendo centri di formazione per tecnici di settore».

Giacomo Pisani, fisico ed esponente della consulta, si dice d'accordo e ha già progetti pronti nel cassetto. Ribadisce però: «Prima di prevedere una centrale nucleare qui, serve rispondere a quesiti su aspetti economici, tecnici e scientifici. Li ho preparati e metto a disposizione della città la mia preparazione per vagliare le risposte».