Omicidio Presenza, Pasquini finisce in carcere

Deve scontare 8 anni per la morte dell'operaio di Torino di Sangro

TORINO DI SANGRO. I carabinieri hanno bussato alla sua porta di buon'ora. Daniele Pasquini, 30 anni, di Treglio, li stava aspettando da due settimane. Il 20 ottobre scorso la Corte di cassazione ha confermato per lui la condanna a 12 anni di reclusione per omicidio preterintenzionale. Per i giudici della quinta sezione fu lui, la notte del 14 novembre 2004 a provocare la morte di Nicolino Presenza, 34 anni, cameriere e operaio in una fabbrica di gelati con l'hobby del teatro. Pasquini deve scontare una pena residua di 8 anni. Un anno lo ha già scontato ai domiciliari e tre gli sono stati condonati.

L'ordine di carcerazione è della Procura generale della Corte d'appello dell'Aquila. Il giovane, difeso dagli avvocati Marco Di Domenico e Vincenzo Santella di Lanciano, sconterà la pena nel carcere di Lanciano. Il 20 ottobre alla lettura della sentenza, il fratello della vittima, - la parte civile era rappresentata dagli avvocati Giovanni e Antonino Cerella di Vasto - non è riuscito a nascondere la commozione. L'arresto di Pasquini ha fatto rivivere ancora una volta al paese quel tragico 14 novembre 2004. Quella notte Nicolino, colpito più volte con calci e pugni, perse la vita per la violenta torsione del collo. Ad essere accusati di quella morte furono Pasquini e i suoi amici. Pasquini venne rinviato a giudizio davanti alla Corte d'assise di Lanciano. Il processo, celebrato il 15 luglio 2009, terminò con la condanna a 6 anni e 8 mesi. Il 22 marzo 2010 la Corte d'appello raddoppiò la condanna che la Cassazione ha confermato. (p.c.)

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