Organizza il funerale poi si uccide

3 Maggio 2014

Tollo, l’agricoltore non poteva più lavorare dopo l’incidente del Primo maggio 2013. Ieri l’addio

TOLLO. Si sono svolti ieri i funerali di V. D. G., l’ex coltivatore diretto che giovedì 1 maggio si è impiccato nel magazzino di casa a Tollo. Una cerimonia caratterizzata da commozione e sgomento per l’atroce morte.

Una vita tranquilla quella dell’uomo, passata tra famiglia e lavoro. Ma V. D. G. dentro di sé stava meditando da tempo questo gesto. L’anziano agricoltore negli ultimi tempi era cambiato e si comportava in modo strano. Aveva iniziato a programmare il suo avvenire, un futuro che, ormai aveva deciso, dovesse essere lontano dai suoi cari. Un addio premeditato, studiato in ogni dettaglio, nonostante l’apparente assenza di motivi. Con grande lucidità, nei precedenti giorni, l’anziano si era recato al le onoranze funebri per scegliere la bara, aveva deciso la foto con cui essere ricordato sulla lapide e i vestiti da indossare. Ma c’é di più. L’uomo, che aveva cominciato a scrivere tanto, ha lasciato ogni sua volontà nelle lettere ritrovate dai suoi famigliari.

Il suicidio, compiuto nella prima mattinata di giovedì, è stato un dolore per tutti. Un gesto inspiegabile anche per chi lo conosceva. V. D. G. si è alzato come di consueto molto presto, intorno alle cinque. Una volta recatosi in magazzino, ha fatto uscire il gatto. Verso le sette, come si presume, dopo aver assicurato la corda ad una trave di ferro, è salito su una scala a forbice e si è lasciato cadere. A fare la macabra scoperta è stato il genero, scosso e incredulo dalla scena.

Sul luogo sono intervenuti i carabinieri di Tollo che hanno fatto tutti i rilievi di rito.

Presente anche il medico legale, il quale non ha potuto fare altro che constatare il decesso dell’uomo.

Un gesto estremo che forse trova spiegazione nella data scelta per compierlo. Infatti il primo maggio dello scorso anno, l’uomo subì un infortunio alla spalla che non gli aveva permesso più di svolgere la sua attività di agricoltore, attività da lui tanto amata. Una vita intera passata a lavorare tra i campi e la consapevolezza di non poterlo più fare, nonostante non ce ne fosse la necessità, era stata una realtà dura da accettare. Dunque, la paura di non essere più utile alla famiglia e il senso di impotenza, probabilmente lo avevano scosso a tal punto da propendere per un gesto estremo. V. D. G. ha lasciato così tra lo sconforto la moglie, le due figlie, i generi e i nipoti.

Alfredo Sitti

©RIPRODUZIONE RISERVATA