Ortona, l’edicola di Mario chiude dopo 118 anni: «Un tonfo al cuore»

Oggi cala il sipario sull’attività di piazza della Repubblica. La moglie Anna Maria: «È triste ma ho l’affetto della gente»
ORTONA. Piazza della Repubblica da domani non sarà più la stessa. Dopo 118 anni di presenza ininterrotta, oggi è l’ultimo giorno di attività della storica edicola “di Mario”. Un luogo che ha segnato la vita della città, attraversando generazioni e trasformazioni. Era il 1907 quando il chiosco aprì per la prima volta i battenti, cambiando più volte posizione all’interno della piazza, ma senza smettere mai di essere un punto di riferimento per gli ortonesi. Prima con Gaetano Primavera, poi con i figli Mario e Nando, fino ad Anna Maria Di Cintio, moglie di Mario, che oggi con emozione e un velo di malinconia chiude un capitolo durato per lei più di mezzo secolo.
Mario Primavera, scomparso prematuramente nel maggio 2010 a 70 anni, è stato l’anima dell’edicola per decenni. Amato e conosciuto da tutti, era una vera istituzione cittadina. E ancora fino a oggi, per molti, “andare da Mario" è stato sinonimo di recarsi lì a comprare il giornale. Insieme a lui, Anna Maria ha lavorato «spalla a spalla» per 39 anni. «Il primo giorno che ho iniziato con Mario avevo 23 anni», ricorda. «Dopo 53 anni si prova un po’ di tristezza nel concludere un percorso così importante della propria vita, anche se è bello ricevere l’affetto delle persone. È arrivato il momento di lasciare spazio ai giovani».
I ricordi di Anna Maria corrono anche ai figli Alessia e Paolo, che non hanno mai fatto mancare il loro aiuto, soprattutto nei periodi difficili della malattia del padre. «Sarò sempre grata a loro per questo». Proprio fra quelle pile di giornali e riviste è nata la passione di Paolo, insieme al papà, per l’editoria. Un sogno che ha concretizzato nel 2013 insieme alla moglie Alice Rifelli, fondando “Edicola Edizioni”, casa editrice che nel nome conserva l’eredità della storia familiare.
L’edicola non è stata solo un’attività commerciale, ma un osservatorio privilegiato sulla città mentre attraversava i cambiamenti della società. «All’inizio i giornali erano il centro di tutto», osserva Anna Maria. «La gente fremeva per leggere le notizie, soprattutto quando arrivava in città qualche personalità importante. Siamo stati un punto di riferimento e un luogo magico per i più piccoli, basti pensare alle figurine». Poi il progresso tecnologico ha cambiato tutto. Da un lato ha semplificato il lavoro («i resi si facevano tutti a mano, era da impazzire»), dall’altro ha ridotto il peso dell’informazione cartacea. «Oggi i quotidiani e i settimanali vendono meno, ma non credo che quello dell’edicolante sia un mestiere destinato a sparire», aggiunge Anna Maria. «È un lavoro che, se ci si ingegna e si resta al passo coi tempi, può offrire prospettive ai giovani».
Resterà ora l’immagine di piazza della Repubblica senza il suo storico giornalaio, per la prima volta dopo più di un secolo. Una scena che lascerà un senso di vuoto in chi attraverserà il cuore cittadino e troverà le saracinesche abbassate di quel posto che, oltre a riempire uno spazio fisico, per molti era ancora un luogo di incontro, di scambio di idee, di discussioni sull’attualità. Oggi molti ortonesi andranno lì per rendere omaggio a un’attività che rimarrà impressa nella memoria dell'intera città. Ma soprattutto per salutare e augurare buona vita ad Anna Maria, volto insostituibile di quelle quattro mura contenenti il mondo intero.
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