Padre e figlia feriti nello scontro tra Suv Nei guai un operaio per fuga e lesioni

L’incidente. Teatino in prognosi riservata dopo la carambola di auto vicino allo stadio.

CHIETI. E’ stato denunciato per fuga, in seguito all’incidente stradale che ha provocato tre feriti, guida in stato di ebbrezza e lesioni personali colpose. Identificato e segnalato alla magistratura I.D., 34 anni, l’operaio romeno residente a Chieti che sabato pomeriggio sarebbe stato l’artefice principale di una spettacolare carambola di auto all’altezza della Motorizzazione civile, sul tratto a scorrimento veloce che conduce all’ingresso dell’autostrada A-24.
Un incidente che poteva trasformarsi in tragedia dopo lo scontro frontale che ha visto coinvolti il Suv Mitsubishi, condotto dal cittadino romeno, e una Nissan. L’impatto sarebbe stato causato dall’invasione della carreggiata da parte del Suv del romeno che stava effettuando un sorpasso.

A bordo della Nissan il ferito più grave: G.F., 44 anni, di Chieti, politraumatizzato, è stato operato d’urgenza nel corso della notte all’ospedale Santissima Annunziata. La prognosi è riservata ma per fortuna i medici escludono il pericolo di vita. Sabato pomeriggio, l’uomo viaggiava assieme alla figlia 14enne, anche lei rimasta ferita nello scontro e giudicata guaribile dai medici dello stesso ospedale in trenta giorni.

L’incidente, che ha provocato il blocco della circolazione stradale per circa tre ore, registra la presenza di un’altra vettura condotta da una donna, N.P., 48 anni, di Torrevecchia Teatina, che marciava nella stessa direzione della Nissan e non ha potuto evitare l’impatto con l’auto che la precedeva dopo la collisione con il Suv. Più lieve, quindici giorni, la prognosi per N.P. Illeso solo il giovane romeno che, secondo una prima riscostruzione dell’incidente operata dagli agenti della polizia stradale agli ordini del vice questore aggiunto Fabio Santone, sarebbe il responsabile dello scontro. Dopo i primi momenti di panico, l’operaio si è dileguato dal luogo dell’incidente salvo poi pentirsi e consegnarsi ai carabinieri di Chieti scalo.