PIZZOFERRATO

Paese senza Poste da tre mesi, il sindaco fa lo sciopero della fame

La protesta del primo cittadino Palmerino Fagnilli, il servizio manca dallo scorso 12 dicembre

PIZZOFERRATO. Il sindaco di Pizzoferrato in sciopero della fame per la chiusura dell’Ufficio postale di Pizzoferrato che ormai sine die si protrae da tre mesi. A Pizzoferrato la paura non fa 90, fa disservizio. Con decisione presa unilateralmente da Poste italiane il 12 dicembre 2023 l’Ufficio di Pizzoferrato è stato chiuso per lavori di adeguamento al così detto “Progetto Polis”. Quella che doveva essere una innovazione è diventata per la Comunità di Pizzoferrato un vero dramma, dagli aspetti tragicomici. La vicenda ha inizio il 12 dicembre dello scorso anno, quando in pieno inverno, nel paese a 1251 metri sul livello del mare viene annunciata la chiusura dell’Ufficio Postale per lavori. L’intervento si rendeva necessario per rendere più efficienti i servizi. Paradossalmente tanto efficiente da sospenderlo del tutto. In alternativa veniva indicato il paese vicino. Peccato che lo stesso è ancora altimetricamente più elevato. Ma evidentemente chi aveva deciso in tal senso, confidava nei cambiamenti climatici, ma non considerando gli aspetti civilistici. 

Alla fine dell’anno hanno vari adempimenti: bollette, fiscalità varie, riscossioni e versamenti e il sindaco segnalava tempestivamente a Poste tali esigenze, appena appresa la notizia, ossia l’11 dicembre. La missiva di Comunicazione porta la data del 7/12, ma al Comune arrivava solo l’11/12. Il cronoprogramma lavori stimato in trenta giorni, motivo per il quale non veniva installato il container dell’Ufficio mobile, ritenuto necessario da Poste solo per interventi superiori ai 30 giorni. Trascorsi 30 giorni, il giorno antecedente la scadenza viene comunicato un nuovo ritardo. Altri trenta giorni. Pazienza. Doveva essere metà gennaio, sarà metà febbraio, tanto non è nevicato! A metà febbraio viene comunicato un nuovo ritardo. Altri 30 giorni. Riapertura prevista il 14 marzo nella Comunicazione al pubblico, il 15 marzo nella Comunicazione al Sindaco. Pur tra rumors accesi e coloriti armata di buona pazienza la Comunità rimaneva in paziente attesa. Sopraggiunta la data del 14 marzo e poi del 15 marzo, l’Ufficio postale di Pizzoferrato è ancora chiuso. Nelle tre missive di comunicazione al Municipio la locuzione ricorrente era “L’ufficio postale di Pizzoferrato riaprirà in data… salvo imprevisti di cui si darà tempestiva comunicazione a Lei e alla clientela”.

Oggi 15 marzo 2023 L’ufficio postale di Pizzoferrato è ancora chiuso e: Non vi è stata nessuna tempestiva comunicazione, non si sono rispettate le date comunicate per ben tre volte, non è stata individuata nessuna nuova data di riapertura. Ma quale progetto Polis.  Ci si esprime in greco e ci si comporta in italiano.  Bene. Persa la fede pubblica,  persa ogni certezza, si precisa che si procede in autonomia secondo i propri  principi. Si chiede: l’immediata riapertura dell’ufficio postale; le scuse a tutti i cittadini che sono stati presi in giro circa i tempi, i modi e le forme della fattispecie; la rimozione dei responsabili di tanto inutile disagio per la Comunità. A tal fine si annuncia l’inizio dello sciopero della fame da parte le Sindaco di Pizzoferrato, e se non dovesse bastare il ricorso a sit in e manifestazioni davanti alle sedi di Poste italiane e nonché ad esposti volti ad accertare la violazione dell’articolo 340 c.p. per interruzione di pubblico servizio.

Il ricorso alla esemplare forma di protesta è volta a denunciare e reagire contro il pensiero che vuole Territori residuali, contro la ultramarginalità delle Comunità, la territorialità offesa declinata da servizi in disservizio e improvisionalismo.