Papà “orco”, figli dal magistrato
Atessa, la Procura vuole ascoltare i due ragazzi più grandi per la vicenda delle violenze e dei film porno
ATESSA. Saranno ascoltati in aula sulle presunte violenze subite dal padre, due dei quattro fratellini di Atessa. La Procura di Lanciano ha chiesto, infatti, l’incidente probatorio per i due figli più grandi, un bambino di 11 anni e la bimba di 9, dell’uomo di 36 anni, arrestato lo scorso 15 aprile con le accuse di maltrattamenti e lesioni aggravati. Il pubblico ministero Rosaria Vecchi ha depositato mercoledì la richiesta per l’audizione dei due minorenni, al fine di verificare la veridicità o meno dei racconti dei bambini, sui quali sono fondate le accuse al padre.
Sono stati alcuni dei pensieri espressi dal figlio più grande in un compito scolastico a fare scattare, infatti, le indagini della polizia del commissariato e della polizia giudiziaria. Inchiesta che ha tolto il velo anche sulle precarie condizioni igienico-sanitarie in cui viveva tutta la famiglia, padre disoccupato, madre casalinga, quattro figli minorenni, uno zio paterno e quattro cani.
I bambini, tra i 3 e gli 11 anni, vivevano in mezzo a spazzatura ed escrementi. Secondo le accuse, poi, il padre maltrattava e picchiava loro e la moglie, ferendoli anche con armi da taglio. Usava epiteti offensivi e li minacciava, li costringeva perfino a vedere film pornografici.
Il difensore dell’uomo, l’avvocato Antonella Marchetti, ha presentato ieri le proprie deduzioni alla richiesta del pm Vecchi chiedendo che, prima dell’audizione, i due bambini siano sottoposti a perizia psicologica e psichiatrica per stabilire se siano in grado o meno di testimoniare.
I bambini, insieme ai due fratellini più piccoli di 5 e 3 anni e alla madre, da pochi giorni sono tornati a una vita, per così dire, normale, dopo aver trascorso il periodo successivo all’arresto del padre, da uno zio in Molise. Non si trovano più ad Atessa, ma sono ospiti di una casa famiglia in un paese del Medio Sangro e frequentano le scuole di centri vicini.
Sarà il giudice per le indagini preliminari, Marina Valente, a decidere se accogliere o meno le richieste di pm e difesa.
Stefania Sorge
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