Partorisce in auto, il bebè sta bene

Ortona, contrazioni improvvise per la mamma-infermiera: non fa in tempo ad arrivare in ospedale

ORTONA. Ha partorito sul sedile dell’auto, davanti casa, col marito che aveva appena avviato il motore per trasportarla all’ospedale Bernabeo. Dieci minuti di travaglio nell’abitacolo della Volkswagen Polo e la bambina di 3,3 chili era già venuta alla luce. Poi comunque la corsa verso il presidio sanitario ortonese, imboccando a tutta birra le stradine della zona, senza riuscire nemmeno ad incrociare l’ambulanza del servizio di emergenza sanitaria 118 partita dallo stesso ospedale per soccorrere quella donna che in pochi minuti aveva avuto le contrazioni ed era diventata mamma per la terza volta.

È successo l’altra sera, all’improvviso, verso le 23,30. Un’infermiera residente a San Vito si trovava dai suoi genitori, in contrada San Donato di Ortona, in attesa di finire il tempo della gravidanza: con sè aveva i suoi due figli che stava facendo addormentare. Aveva deciso di trasferirsi in quella casa per farsi dare una mano negli ultimi giorni della gestazione: ieri, infatti, avrebbe finito i nove mesi.

Di colpo, la donna ha avvertito le prime contrazioni che si sono fatte via via più forti. Il marito, anche lui infermiere, l’ha accompagnata in auto ma non ha fatto in tempo ad allentare il freno a mano e a imboccare la strada che la moglie ha cominciato a partorire. Così, l’ha fatta allungare tra il sedile del passeggero e quello del conducente e, come se fosse allo stesso tempo infermiere, ostetrico e ginecologo, l’ha aiutata a far venire alla luce la “loro” bambina.

In casa dei genitori di lei nessuno, lì per lì, si era accorto della nascita improvvisa. Quando dopo dieci minuti da dietro la finestra i familiari hanno scorto che l’auto era ancora ferma davanti all’abitazione, sono usciti per chiedere che cosa fosse accaduto e, con immenso, stupore, hanno visto la nipotina che giù urlava a squarciagola. Poi la corsa in ospedale durata appena qualche chilometro e l’assistenza del personale del Pronto soccorso e di Ostetricia.

«Stavo bene, non pensavo che accadesse una cosa del genere. Ma tutto è andato per il meglio», racconta emozionata la mamma a mezzogiorno di ieri, alle prese con una nuova poppata, «sicuramente siamo stati fortunati perché io e mio marito siamo infermieri e sappiamo che cosa fare in casi del genere. Forse persone non avvezze a queste situazioni avrebbero avuto qualche difficoltà. L’importante ora è che la bambina stia bene».

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