Piazza San Giustino è già sporca: macchie d’olio e vino dopo la festa

2 Ottobre 2023

Lo street food accende la polemica. L’opposizione attacca Ferrara: «Il pavimento bianco durerà poco» L’assessore Rispoli ribatte: «Gli eventi non si fermano, ma chi rovina le opere pubbliche deve pagare»

CHIETI. L’agora, il cuore pulsante della città, è tornata ai suoi cittadini che sabato scorso l’hanno festeggiata con il primo evento dopo la riapertura. Piazza San Giustino è diventata palcoscenico di eventi, musica, street food e divertimento fino a tarda sera. Ma il giorno dopo, arriva la conta dei danni per il pavimento in pietra bianca diventato teatro di polemiche e attacchi dell’opposizione.
LE MACCHIE
In centinaia sono accorsi sul Colle per partecipare alla “prima” della piazza. Ma un bicchiere rovesciato per sbaglio, gocce d’olio, birra e vino hanno sporcato la nuova pavimentazione, accendendo la polemica. «San Giustino», denuncia il capogruppo della Lega Mario Colantonio, «è una nuova bella realtà che purtroppo durerà poco se non si dettano da subito regole ferree nel suo utilizzo e per evitare ciò che è successo con lo street food. Macchie d’olio, di vino, di birra, di gasolio che inevitabilmente il nuovo pavimento montato assorbirà come una spugna». La pietra bianca pare essere, quindi, giunta già al capolinea per il consigliere di opposizione. «Le macchie andrebbero via solo molando il pavimento», continua Colantonio, «ma si creerebbe un assottigliamento continuo della pietra. La città vi garantisco che può essere viva, ma non nelle modalità che ha deciso il sindaco Ferrara o chi per lui». Si unisce alla polemica anche il coordinatore provinciale di Italiexit Andrea Di Ciano: «Avevamo avvisato l’amministrazione», dice, «di prendere tutte le precauzioni per proteggere la piazza, ma a quanto pare, oltre che a figurare con la propria mattonella autocelebrativa, non hanno preso in considerazione la nostra preoccupazione e i risultati sono sotto gli occhi di tutti».
la MATTONELLA celebrativa
Danni o no, sulla nuova pavimentazione c’è un punto preciso che suscita scalpore. Davanti alla scalinata del duomo, tra le formelle in marmo, la più fotografata è quella che l’ex sindaco Umberto Di Primio definisce «la mattonella degli usurpatori». Con inciso il nome del sindaco Ferrara e dell’assessore Rispoli, la mattonella celebra la giunta di centrosinistra che ha chiuso il maxi cantiere del centro storico. «È proprio vero che il cavallo al contrario era un brutto presagio», ironizza Di Primio indicando quella che da una foto sembrerebbe una probabile crepa sulla mattonella, «l’unica cosa che hanno fatto loro, si è già rotta». Rimane «senza parole» anche il consigliere regionale Mauro Febbo che scrive: «La lapide si è già rotta».
«NON è UN DANNO»
A Palazzo di città la piazza rinnovata alimenta il dibattito più del dissesto: per l’assessore ai Lavori pubblici Stefano Rispoli, deciso a redigere con gli uffici tecnici una regolamentazione, quelle macchie «non sono danni». «Le opere pubbliche sono un patrimonio della città», precisa Rispoli, «chi le usa deve rispettarle e se le rovina deve accollarsi responsabilità e danni causati. Su questo non si transige. È quello che capita in tutte le città: noi non vogliamo fare opere pubbliche che restano deserte, abbiamo concepito la piazza in modo che diventi anche un contenitore di eventi e così sarà, ma chi rompe, paga». «Certa ironia», prosegue, «e persino le fake news circolate in contemporanea con la riconsegna, sono sintomo che la piazza fa parlare la città. Non è un segnale negativo perché è ciò che provoca una novità vera. Accadrà anche con le altre opere che metteremo in cantiere, che sono tante e importanti, un numero mai visto prima; è comprensibile che qualcuno provi a buttarla in caciara. A quel qualcuno, però, che oggi ironizza e ci ricorda quotidianamente dove stanno le buche, va chiesto perché non le ha chiuse e perché non ha fatto manutenzione sulle strade, sugli immobili comunali e sulle opere quando governava. La differenza è che, sebbene fra tante difficoltà, con il Comune in dissesto e le risorse centellinate, noi quelle possibili le faremo, a cominciare da piazza San Giustino». (cr.ch.)
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