Pista ciclabile, il piano non cambia

Punta Aderci, l’assessore Marra: «Se arretriamo il tracciato rischiamo di perdere il finanziamento»

VASTO. «Non è possibile cambiare percorso alla pista ciclabile perché si perderebbero i finanziamenti». L’amministrazione comunale risponde picche alle cinque associazioni cittadine che hanno chiesto di rivedere il progetto dopo aver manifestato forti timori per l’elevato dissesto idrogeologico di un tratto di circa 2,5 chilometri (da Torre Sinello a Mottagrossa) all’interno della riserva naturale di Punta Aderci.

«È una ipotesi resa impraticabile dall’esigenza di approvare in fretta il progetto definitivo che è legato al finanziamento di un milione e 999 mila euro», ribatte l’assessore Marco Marra, «quel progetto passa sull’ex tracciato ferroviario, non è mai stato un segreto e mai ho sentito levate di scudi contro. Discostarsi da questo particolare sostanziale e cambiare percorso vorrebbe dire perdere il finanziamento con il quale si garantirebbe la realizzazione dell’opera. Pertanto è evidente che dichiararsi favorevoli alla pista ciclabile ponendo un così pesante distinguo crea confusione», annota il delegato alle riserve della giunta del sindaco Luciano Lapenna che, pur riconoscendo come legittime (ma «non condivisibili») le preoccupazioni di Italia Nostra, Arci, Fai, Porta Nuova e Comitato cittadino per la tutela del territorio, chiarisce alcuni aspetti tecnici e politici.

«La tutela della riserva e il rispetto delle regole sono condizioni imprescindibili per le opere che andremo a realizzare», continua l’assessore, «è materialmente impossibile, però, realizzarle senza l’utilizzo di mezzi meccanici, utilizzo che avverrà sotto il controllo di esperti in materia ambientale, al fine di minimizzare le criticità, come già avvenuto per la pista di Vasto Marina. Nel merito delle criticità di quel tratto di territorio, ribadisco che tra le prescrizioni che saranno oggetto di rivisitazione del progetto, ci sono le opere idrauliche di drenaggio e di ingegneria naturalistica, sempre nel rispetto del piano di assetto naturalistico (Pan), nonché la rimessa in funzione delle opere relative al vecchio tracciato ferroviario che avevano la funzione di salvaguardia del tracciato. Ribadisco», prosegue Marra, «che lo stralcio dal progetto di alcune infrastrutture come passerella in legno e staccionate, permetteranno di recuperare oltre 500 mila euro che saranno destinate a queste opere idrogeologiche».

Per Marra «la costruzione della pista ciclabile sarebbe una garanzia di manutenzione dell’area altrimenti in preda a fenomeni di degrado idrogeologico che già oggi ne limitano se non impediscono la fruizione a bikers e pedoni. L’opera permetterebbe di attivare quei servizi di turismo ambientale che possano garantire il reperimento di fondi per la sua manutenzione. Secondo gli studi di economia turistica gli investimenti sulle piste ciclabili si ripagano da sole nel giro di un anno».

Le associazioni avevano affidato la loro parziale contrarietà alla pista, limitatamente al tratto di 2,5 chilometri interessato al dissesto, a un documento congiunto, nel quale avevano anche sollevato dubbi sulla conformità dell’intervento al piano di assetto naturalistico della riserva.

Anna Bontempo

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