Pochi spazi, lezioni in aula magna

9 Settembre 2014

Al De Titta studenti senza banchi nè lavagne: due sezioni dividono il salone con insegnanti diversi

LANCIANO. Aule insufficienti o troppo strette e nell’istituto De Titta si fa lezione nell’aula magna. È accaduto ieri, primo giorno di scuola per gli studenti del Liceo pedagogico, linguistico e delle scienze umane, a 47 ragazzi delle sezioni III e IV C. Tutta la mattina seduti sulle sedie dell’aula magna, senza banchi, nè lavagna ad ascoltare i professori che in piedi cercano di parlare abbastanza forte da farsi sentire in un salone e allo stesso tempo abbastanza piano da non intralciare l’altro collega che fa lezione qualche sedia più in là.

Il precedente. Da anni il De Titta è costretto a far “migrare” numerose classi in altri istituti. Questo a seguito del terremoto 2009 e alla successiva dichiarazione d’inagibilità della sua succursale. Ad oggi 10 classi sono ospitate all’Itis Da Vinci e altre 9 nell’Itcg Fermi. Ma non basta. Restano da “collocare” altri 47 ragazzi. Il tutto nel bel mezzo di una guerra tra poveri che sta animando gli istituti cittadini.

Gli spazi. Tutte le scuole reclamano spazi adeguati. La convivenza delle classi del Fermi, se pur finora tollerata dagli altri istituti, è sempre stata difficile negli ultimi anni. Questo a causa della conclamata carenza di aule e di laboratori delle scuole del comprensorio lancianese, il più prolifico dal punto di vista della presenza di istituti superiori. L’Itis Da Vinci, ad esempio, ha da poco inaugurato una nuova ala che tuttavia non può usare perché gli spazi servono al De Titta che resta una delle scuole più popolose della provincia di Chieti con circa 1.200 iscritti.

La Provincia. A complicare la già difficile situazione ci si è messa anche la burocrazia. La dirigenza del De Titta aveva infatti avvisato fin dal 14 luglio della necessità di due aule, ma ha ricevuto risposta dalla Provincia soltanto il 28 agosto per poi essere convocata sul filo di lana il 5 settembre. Nel tavolo tecnico in cui sono stati convocati gli istituti Fermi e De Titta, la Provincia ha stabilito, planimetria alla mano, che le due classi dovessero trovare posto al Fermi, sullo stesso piano delle altre nove. Sarebbe stato poi compito dei dirigenti mettersi d'accordo sul trasloco degli arredi. Il 6 settembre tuttavia il De Titta riceve la comunicazione, verbale e scritta, che le due aule non ci sono. «La Provincia si è sbagliata», ha detto la dirigenza del Fermi, «non abbiamo classi disponibili».

L’aula magna. Lo sgomento del preside del De Titta, Alessandro Mariotti, e del direttore dei servizi generali e amministrativi, Maria Saviera Borrelli, è stato grande. Tanto da convocare in quattro e quattr’otto una conferenza stampa per spiegare la situazione. «Si sta seriamente minando il diritto allo studio di questi ragazzi», commenta il dirigente Mariotti, «ogni studente ha diritto ad avere la propria classe, uno spazio sacrosanto che non può essere sottovalutato. Se si sta cercando di minare l’offerta formativa o la dignità e credibilità di questo istituto non ci sto. E allo stesso tempo non si può parcellizzare le classi da un istituto all’altro». Il De Titta continua a macinare iscrizioni. Ma soltanto tra febbraio e giugno 2015 dovrebbero essere affidati e conclusi i lavori per la demolizione dell’ex scuola all’aperto con la ricostruzione e l’ampliamento di una nuova ala, per un importo di 1.653.000 euro. «Lo scorso anno», racconta il direttore amministrativo Borrelli, «abbiamo sistemato 14 ragazzi in una sorta di magazzino e altri nell’aula di Fisica. Quest’anno però le classi sono molto più numerose e hanno un numero minimo di 19 ragazzi: dove li mettiamo?».

Daria De Laurentiis

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