Prestiti a strozzo, teatino arrestato

7 Ottobre 2009

Interessi del 20 per cento. La denuncia di un imprenditore teramano

CHIETI. Prestiti «a strozzo», con la minaccia di mettere all’incasso gli assegni firmati a suo favore se non avesse restituito l’elargito, più il 20% di interessi. Con l’accusa di usura aggravata continuata la III sezione antiusura, diretta dall’ispettore capo Ivan Finore, della Mobile coordinata dal vicequestore aggiunto Paolo Monnanni, è finito in cella Luigi Creati, 54 anni, di Chieti, sedicente agente di commercio, ma secondo gli investigatori senza alcuna attività.

L’ordinanza di custodia cautelare, richiesta dalla sostituto procuratore Lucia Anna Campo, è stata firmata dalla Gip Marina Valente. A convincere gli inquirenti a sottoscrivere la estrema misura restrittiva è stata la relazione della polizia, corredata da eloquenti intercettazioni telefoniche. A dare l’incipit alle indagini, durate circa tre mesi, la denuncia di un imprenditore teramano. Creati, che risiede in via Federico Salomone, è stato arrestato al Tricalle, dove in genere conduceva i suoi affari. All’appuntamento, che aveva fissato con l’imprenditore, lunedì pomeriggio, si sono però presentati i poliziotti. L’uomo, che è stato associato al carcere di Madonna Del Freddo, ha nominato difensore di fiducia l’avvocato Giuliano Milia di Pescara.

Il prestito fatto da Creati, secondo la ricostruzione degli investigatori, risale al novembre 2008. L’«agente di commercio» aveva prestato all’imprenditore 17 mila euro, somma lievitata, in circa sette mesi, a 42 mila euro. Creati, con precedenti specifici, avrebbe più volte sollecitato l’imprenditore alla restituzione dei soldi minacciandolo di mettere all’incasso l’assegno, che gli aveva firmato a garanzia, naturalmente senza alcuna provvista. Con la conseguenza che l’imprenditore sarebbe finito «protestato» e quindi economicamente distrutto. Creati era, per dirla televisivamente, il Jerry Scotti della situazione del gioco del Milionario, ma con ruolo invertito. Infatti dal cliente si faceva firmare ogni volta un assegno di importo superiore al precedente.

La vittima riusciva a restituirgli però, in contanti, solo gli interessi e mai la sorte capitale, tanto che Creati ogni volta gli diceva: «voglio vedere i soldi vivi», espressione che ha dato il nome all’operazione. L’imprenditore, allo stremo, quando si è reso conto che non avrebbe mai potuto restituire il denaro si è rivolto alla polizia. Da quella denuncia è partita tutta una attività di indagine che ha avuto il culmine nelle intercettazioni telefoniche. L’imprenditore non sarebbe l’unica vittima di Creati, gli investigatori hanno diversi elementi per dire che ci sono altre persone cadute nel suo giogo. I poliziotti stanno accertando anche se Creati si sia reso responsabile di truffa. All’arresto è seguita anche una perquisizione nella casa dell’indagato. Nell’appartamento i poliziotti hanno trovato cose di un certo interesse investigativo come quadri di valore e oro. La terza sezione sta indagando anche su connivenze di persone vicine all’arrestato.