Processo La Rana, si ricomincia

Incompetenza territoriale a Bari: gli atti tornano in città

VASTO. Il processo si sposta da Bari a Vasto e per i 12 imputati, tra i quali il magistrato Antonio La Rana, in servizio alla Corte d’appello di Campobasso, si ricomincia d’accapo. Il tribunale pugliese ha accolto l’eccezione di incompetenza territoriale. I giudici hanno deciso sul trasferimento degli atti processuali di 3 anni fa.

La decisione, presa dalla prima sezione penale del tribunale di Bari, ha come effetto immediato la divisione del voluminoso fascicolo in due tronconi. Restano di competenza di Bari i reati di abuso in atti d’ufficio e di tentata concussione, contestati al magistrato vastese, per le note vicende relative alle nomine al Consorzio industriale, agli ex palazzi scolastici di corso Italia e al piano regolatore.

Vanno invece trasferiti alla Procura di Vasto gli atti processuali che riguardano l’imprenditore Gianni Petroro, gli ex cancellieri Rosa Catania e Silvio De Vincentiis, i carabinieri Angiolino Fanale (oggi in pensione), Luigi Malandra, Ciro D’Augelli e Giuseppe Di Risio, la dipendente comunale Silvia Celenza, l’investigatore privato Piero Cunicella, il presidente del consiglio comunale Giuseppe Forte e Stefano Moretti, oggi esponente della Lega nord, rimasti coinvolti, insieme a La Rana, in una serie di episodi che vanno dal concorso in calunnia al favoreggiamento personale, all’accesso abusivo al sistema informatico della Procura, alla rivelazione di segreto d’ufficio.

Insomma, si ricomincia tutto d’accapo anche se non è affatto scontato che l’eventuale processo possa celebrarsi a Vasto. La Rana, infatti, risulta primo nella graduatoria del Consiglio superiore della magistratura (Csm) per la copertura del posto occupato dalla collega Irene Scordamaglia, in procinto di trasferirsi a Teramo. Con il suo ritorno in Procura, a Vasto, scatterebbe l’incompetenza territoriale e l’inchiesta subirebbe un ulteriore trasferimento a Campobasso.

Ma c’è anche un altro particolare per nulla secondario che gioca in favore delle persone coinvolte nell’inchiesta: i reati contestati dalla magistratura pugliese nel frattempo si sono prescritti, anche se La Rana ha annunciato da tempo di voler rinunciare alla prescrizione per poter dimostrare «di essere stato ingiustamente accusato».

I tempi sono quindi destinati ad allungarsi per un processo basato sul ruolo che il magistrato avrebbe avuto in alcune vicende cittadine all’epoca in cui era in servizio nella Procura vastese. L’inchiesta, partita inizialmente da Vasto ed in seguito trasmessa a Bari, ha riguardato dapprima l’annosa querelle sugli ombreggi (filone che è stato archiviato), per poi allargarsi a effetto domino ad altri aspetti messi in luce da alcuni politici nel corso di deposizioni rese agli agenti della Digos di Chieti. Uno dei suoi principali accusatori, il consigliere regionale Giuseppe Tagliente, ha revocato nei mesi scorsi la parte civile. (cr.la.)

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