Progetto Area, annunciati ricorsi

19 Giugno 2011

Impianto trattamento imballaggi, i dubbi del comitato Valpescara

CHIETI. Pioggia di osservazioni sul sito della Regione per la valutazione di impatto ambientale e ricorsi all'autorità giudiziaria. E' quanto annuncia il Comitato ambiente e territorio Valpescara contro la realizzazione di un impianto di trattamento degli imballaggi a Casalincontrada. L'altra sera c'è stato un confronto pubblico a Brecciarola con esponenti della Cooperativa Area e di Edilizia Colonnetta, promotori del progetto. Quattro ore nel tentativo di cancellare il dubbio che l'impianto si trasformi in qualcosa d'altro, facendo dell'area, con la vicina Casoni, la pattumiera d'Abruzzo.

Un confronto serrato e acceso tra residenti, Lorenzo Cesarone di Acai, il Comitato, Romeo Battistelli di Area, Loris Montanaro di Edilizia Colonnetta e il sindaco di Casalincontrada, Concetta Di Luzio. Tutto è scivolato su un dettaglio. Non ancora nasce e poco si sa sulla società che gestirà l'impianto da oltre 25 milioni di euro, destinato a trattare 200 mila tonnellate l'anno di rifiuti da imballaggio e di scarto, con capannoni per circa due ettari, su una superficie totale di oltre 6.

«L'impianto», frena Battistelli, «sarà gestito dalla costituenda cooperativa, "Tea", su cui al momento c'è l'adesione formale di circa 60 soci, 45 dei quali in mobilità della ex Burgo. Avrà capitale sociale di circa 40-50 milioni di euro. L'obiettivo è che circa il 60 per cento arrivi dal versamento dei soci lavoratori e da fondi nazionali per lo sviluppo della cooperazione, ai quali si accederà. La quota rimanente verrà da altri soci, tra cui anche Area. Sarà possibile aderire alla cooperativa anche successivamente alla sua costituzione».

Note considerate troppo fumose da cittadini e comitato, con diversi consiglieri comunali di Chieti e Casalincontrada, tra i quali Giuseppe Di Labio, Alessandro Giardinelli, Diego Costantini, Emiliano Vitale e Sergio Montanaro, e il sindaco di Manoppello, Gennaro Matarazzo, ad ascoltare. Il particolare sulla ditta che gestirà ha per il pubblico un effetto domino sulle garanzie finora date. Ossia, come ribadito da Battistelli e Montanaro, l'impianto non sarà né una discarica, né un termovalorizzatore, ma tratterà solo meccanicamente i materiali da imballaggio.

Ci sono già contatti ben avviati con la futura clientela e il sito non farà polveri o fumi, produrrà Cdr ma solo per venderlo a chi lo utilizzerà.

«Già», replicano Comitato e residenti, «chi ci dà la certezza che tutte queste garanzie e notizie saranno mantenute da chi di fatto condurrà l'impianto. Hanno le competenze adatte per portarlo avanti? Gli ex Burgo su che basi lo difendono? Come fanno a versare addirittura 25 mila euro per entrare in una cooperativa di cui non sanno chi altri farà parte e se sarà in grado di funzionare a lungo?». Dubbi che deflagrano in aperta contestazione quando Concetta Di Luzio dichiara: «L'impianto di imballaggi di Casalincontrada non ha nulla a che fare con il progetto In.Te».

«Bene», ribatte il Comitato, «fino ad ora s'è detto sempre il contrario. Prova di quanto il progetto sia camaleontico». L'assemblea alla fine ha deciso di incontrarsi ancora tra 15 giorni, lasciando in sospeso aspetti importanti, come lo studio sull'impatto nel traffico locale, ad oggi privo di stime esatte e documentate, anche se i promotori garantiscono che le stanno producendo. I residenti si chiedono anche perché queste attività non siano state attivate nella piattaforma pubblica di Alanno, ferma. «Proprio su Alanno», conclude Cesarone, «stiamo preparando un ricorso alla Corte dei Conti».

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