Promette il posto alla Sevel ma è una truffa

Operaio condannato a un anno: si è fatto dare da una donna 1.500 euro garantendone l’assunzione

LANCIANO. Una storia legata alla crisi economica, alla difficoltà e alla necessità di trovare lavoro, quella di una donna lancianese truffata da chi quel lavoro in fabbrica glielo aveva promesso di dare, ma solo per spillarle denaro. Una storia finita a processo nei giorni scorsi e conclusa con la condanna da parte del giudice, Francesco Marino, di Vincenzo Cocco, 53 anni, di Sant’Eusanio del Sangro, per truffa. Una condanna a un anno di reclusione pena sospesa, una multa di 200 euro, i 1.500 euro presi da restituire alla donna e 2mila euro di risarcimento danni.

Per l’accusa “con artifizi e raggiri consistiti nel simulare la propria qualità di lavoratore dipendente Sevel di Atessa e nel prospettare di essere in grado di ottenere l’assunzione lavorativa, Cocco induceva in errore una donna facendosi consegnare 1.500 euro così procurandosi un ingiusto profitto”. All’uomo si era rivolta la donna in difficoltà economica nel giugno 2011 chiedendogli aiuto. Gli chiese se poteva aiutarla a trovare lavoro, magari ad entrare in Sevel, dove l’uomo le avrebbe detto che lavorava.

Come dimostrato dalle indagini svolte dalla polizia, Cocco le avrebbe assicurato che lo avrebbe fatto ma che gli servivano dei soldi, almeno 5mila euro, per convincere i suoi amici dirigenti all’assunzione. La donna avrebbe rifiutato perché la cifra era onerosa, ma poi si sarebbero accordati per la cifra di 3mila euro. Lui le avrebbe poi chiesto un anticipo di 1.500 euro, per pagare il dirigente.

La donna paga a rate, sperando nell’assunzione. Ma il lavoro non arriva. Così, intuendo la truffa, la donna si è rivolta alla polizia per la denuncia. Poi il processo e la condanna, ad un anno di reclusione e risarcimenti, pena sospesa. (t.d.r.)

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