Lanciano

Protesi “fantasma” ai pazienti: due indagati per truffa alla Asl

26 Settembre 2025

Oltre 50 sedie a rotelle elettriche vendute in città ma con un numero inferiore di disabili utilizzatori e fatture su beni mai consegnati. Ingiusto profitto di oltre 700mila euro. Sequestrati 1,1 milioni di euro

LANCIANO. Più di cinquanta sedie a rotelle elettriche risultate vendute in città, a fronte di un numero effettivo di utilizzatori disabili ben inferiore. Un montascale fornito a un paziente che abitava al primo piano. Sono alcune delle incongruenze emerse dalle indagini della guardia di finanza di Lanciano, che hanno portato a un sequestro preventivo per oltre un milione di euro a carico di due società sanitarie per truffa ai danni della Asl02. Due i soggetti indagati, a cui le fiamme gialle hanno sequestrato beni immobili e risorse finanziarie. Il comando provinciale l'ha ribattezzata operazione “Protesi fantasma”, poiché alcuni degli ausili medici - dispositivi, attrezzature o sistemi tecnologici volti a compensare, alleviare o eliminare menomazioni, disabilità o handicap - ceduti da parte di rivenditori al dettaglio di articoli sanitari, addebitati in fattura e pagati dall’Asl02 Lanciano-Vasto-Chieti, non sono mai stati consegnati ai pazienti e, in casi marginali, seppur restituiti al fornitore, sono stati comunque addebitati all’azienda sanitaria locale.

I finanzieri della compagnia Lanciano, coordinati dal capitano Domenico Siravo, sono partiti da una crescita anomala della spesa sanitaria protesica nel distretto lancianese. Nel caso particolare si tratta di ausili come sedie a rotelle e carrozzine elettriche, montascale, letti e materassi antidecubito. Le fiamme gialle hanno individuato le società che avevano registrato un maggiore aumento di fatturato negli ultimi quattro anni e hanno effettuato riscontri presso gli utenti. Attraverso ricognizioni in abitazioni e audizioni di malati o parenti che si erano occupati delle pratiche, i finanzieri hanno verificato che, oltre ad ausili o protesi di cui i pazienti avevano beneficiato, alla Asl erano stati addebitati ulteriori dispositivi, di un certo valore tra l'altro.

Sono 36 i casi accertati in cui le due società fatturavano beni in realtà mai consegnati. L'ingiusto profitto è stato quantificato in 744.140,75 euro che, dalla contestuale analisi della contabilità delle due imprese lancianesi, è risultato successivamente drenato dalle casse corporative mediante il pagamento di fatture per operazioni inesistenti emesse da una compiacente società “cartiera”, fittizia, con sede a Roma, per un ammontare complessivo di oltre 1 milione di euro. Le due imprese avevano necessità, infatti, di abbattere i ricavi illecitamente ottenuti; i bonifici girati alla società fittizia veniva subito monetizzati. All’esito delle attività svolte, che si sono avvalse della massima collaborazione della direzione generale Asl (prima nella persona dell'ex manager Thomas Schael e, successivamente, dell'attuale Mauro Palmieri), il sostituto procuratore Miriana Greco ha iscritto nel registro degli indagati i due titolari delle società, ritenuti responsabili di truffa aggravata in danno dello Stato e dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture false.

La Procura ha inoltre richiesto e ottenuto il sequestro preventivo per l'importo complessivo di 1.139.427,95 euro, emesso dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Lanciano, Massimo Canosa. Le fiamme gialle hanno sequestrato beni immobili e risorse finanziarie nella titolarità degli inquisiti. Il sequestro ha riguardato anche i beni nella disponibilità di un trust (accordo in cui una persona trasferisce beni o diritti a un'altra) riferibile agli stessi indagati e che risulta essere stato costituito durante l'attività d’indagine, verosimilmente proprio allo scopo di evitare il sequestro. Le indagini proseguono.