Quattro indagati per terrorismo nel Chietino

Blitz nella notte: inchiesta segretissima della procura distrettuale punta su Guardiagrele e Francavilla

CHIETI. Un blitz tenuto segretissimo si è consumato nella notte lontano da occhi curiosi. Dietro all’operazione di polizia c’è un’inchiesta con quattro indagati per un reato che ci riporta agli “anni di piombo”. «Attentato per finalità terroristiche o di eversione»: ad ipotizzare questo reato, che prevede pene fino a venti anni di carcere, è stato un magistrato della procura distrettuale antimafia dell’Aquila. Nel mirino sono finiti giovani insospetabilidella provincia di Chieti.

Così, nel cuore della notte tra giovedì e ieri, uomini della polizia di Chieti hanno eseguito numerose perquisizione. Si parla di decine di abitazioni passate al setaccio tra Francavilla e Guardiagrele con sequestri prevalentemente di personal computer e la convocazione, in questura, dei quattro indagati. Tutti giovanissimi, per ora tre francavillesi e un guardiese, su cui pesa l’ipotesi di terrorismo e di eversione, non si sa però se di estrema destra, estrema sinistra oppure anarcoinsurrezionalista.

Il pubblico ministero aquilano, Antonietta Picardi, sospetta i quattro, tutti di età non superiore ai vent’anni, per un reato che prevede, codice penale alla mano, la preparazione di un attentato alla vita o comunque alla incolumità di una persona. E’ talmente grave come ipotesi che la competenza a giudicare spetta infatti alla Corte d’Assise. Ma l’inchiesta che ha visto impegnati nei due tranquilli centri del Chietino è assolutamente coperta dal riserbo.

Dalla questura, dove i giovani indagati sarebbero stati portati nel cuore della notte, mentre le loro abitazioni e persino quelle di altri familiari stretti venivano perquisite, non trapela neppure una sillaba. Troppo delicata l’inchiesta per farsi sfuggire notizie.

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