«Qui le tariffe più care d’Italia» I consorziati diffidano la Regione

1 Settembre 2024

L’ente che ha sede a Chieti Scalo fa pagare oltre 200 euro a ettaro contro una media di 70-80 Il comitato presieduto da Trovarelli: «Vanno rispettare le leggi nazionali e le direttive europee»

CHIETI. Il comitato Bonifica sostenibile presieduto da Gabriele Trovarelli incalza la Regione a colpi di diffide contro le tariffe del Consorzio di bonifica Centro, considerate ingiustamente onerose. Il comitato ha chiesto all’avvocato Francesco Paolo Febbo di rappresentare le proprie ragioni con una diffida ufficiale che l’avvocato teatino ha appena inviato alla Regione in tutte le sue componenti.
Nella diffida si mette a paragone il cosiddetto contributo idrico potenziale per ettaro del consorzio di bonifica Centro con la media italiana: risulta che il consorzio di bonifica con sede a Chieti Scalo fa pagare dai 200 ai 270 euro a ettaro, mentre la media italiana si attesta sui 70-80 euro. Nel documento inviato alla Regione, Trovarelli «invita e diffida il consiglio regionale d’Abruzzo», si legge nell'atto, «a dare corretta esecuzione alle leggi nazionali e alle direttive europee, procedendo con i doverosi e necessari approfondimenti per ripristinare la piena legalità in un settore fondamentale della economia regionale che risulta penalizzata da una normativa profondamente ingiusta oltre che contraria alla succitata disposizione europea e nazionale, in una situazione resa ancora più insostenibile dalla grave siccità che ha colpito il nostro territorio e ai numerosi danni subiti dagli agricoltori che si vedono gravati e da anni da un fardello economico insopportabile e in larga parte non dovuto».
L’avvocato Febbo ricorda che c’è stata una battaglia giudiziaria sulle tariffe consortili. «Diverse sentenze hanno visto il Consorzio di bonifica Centro soccombente nei giudizi aventi ad oggetto il contributo consortile richiesto agli agricoltori», sottolinea Febbo, «la condotta del Consorzio di bonifica Centro che si ostina ad oggi a resistere comporta come conseguenza inevitabile il ricorso all’autorità giudiziaria da parte di tantissimi contribuenti con aggravio notevole di spese a carico della collettività. Il consiglio regionale d’Abruzzo si rifiuta di rispettare le sentenze dei giudici, di prendere atto delle motivazioni della giurisprudenza e, come organo di controllo, di agire sul Consorzio di bonifica Centro affinché rispetti la legge e quindi si eviti sperpero di denaro pubblico in questo momento di grande difficoltà economica per la collettività, tenuto anche conto della esposizione debitoria del consorzio stesso».
Il Consorzio di bonifica Centro, presieduto da Enisio Tocco, è nato nell’aprile del 1997 con una delibera di giunta regionale che fondeva tra loro tre consorzi delle tre province di Chieti, Pescara e Teramo. La superficie consorziata riguarda i bacini dei fiumi Saline, Pescara, Alento e Foro e ammonta a 192.314 ettari con 111.428 utenze assoggettate a contribuenza. I Comuni consorziati sono 78, di cui 44 in provincia di Pescara, 25 in provincia di Chieti e 9 in provincia di Teramo. La sede legale si trova in via Gizio a Chieti Scalo. La battaglia contro gli aumenti consortili è partita ormai da diversi anni. Nel tempo un gruppo di imprenditori agricoli ha deciso di costituire un comitato per chiedere tariffe meno salate ed è nato così il comitato Bonifica sostenibile di Trovarelli.
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