Rapina la parafarmacia con un coltello

Le telecamere della videosorveglianza inchiodano un giovane di Cupello, denunciato: doveva saldare un debito per droga

VASTO. Era in crisi di astinenza e aveva assoluto bisogno di soldi per saldare un debito. Questi i motivi che avrebbero spinto F.A., 27 anni, di Cupello a rapinare la parafarmacia di viale Perth. Grazie alla videosorveglianza e alla collaborazione di alcuni testimoni poche ore dopo la rapina, la polizia lo ha rintracciato. Davanti a prove inconfutabili il difensore, l’avvocato Arnaldo Tascione, ha convinto l’indagato a confessare. Per questo motivo e per trascorsa flagranza F.A. ha evitato la custodia cautelare in carcere. Il giovane è stato denunciato a piede libero. È accusato di rapina a mano armata. «La vicenda conferma che molti dei reati che vengono commessi nel Vastese non portano la firma della criminalità organizzata. All’origine di furti, rapine e molti altri reati c’è la droga», sostiene il dirigente del commissariato, il vicequestore Cesare Ciammaichella.

La rapina. Giovedì 22 agosto. Le 18 sono passate da pochi minuti quando un giovane automobilista parcheggia la sua Punto di colore azzurro davanti alla parafarmacia di viale Perth. Ha un cappellino nero calato sugli occhi. Il resto del volto è coperto da una sorta di bandana. Il giovane entra nel locale si avvicina al bancone, estrae un coltello a lama fissa e puntandolo contro una delle due dipendenti che in quel momento sono nel locale chiede i soldi dell’incasso. La donna ubbidisce e consegna al rapinatore circa 400 euro. L’uomo afferra i soldi, guadagna l’uscita, sale in auto e si allontana. Le vittime della rapina riescono ad annotare 4 numeri della targa. La scena viene ripresa da più angolazioni dalle telecamere della videosorveglianza installata dal titolare della parafarmacia (rapinato in un anno già altre due volte) sopra la cassa.

Le indagini. Non appena il rapinatore solitario si allontana, le due farmaciste chiamano la polizia. Partono le indagini. Le immagini della telecamera mostrano il rapinatore in azione. «Dai suoi movimenti e dal comportamento abbiamo capito che non era un pregiudicato. Il cappellino, la maglietta e l’auto ci hanno indirizzato verso F.A.», racconta il dirigente del commissariato, Cesare Ciammaichella. «I numeri di targa annotati dai testimoni corrispondevano a quelli della Punto azzurra del giovane. Sul sedile del conducente abbiamo recuperato anche la bandana usata per coprire il volto. Convocato in commissariato con il suo difensore, l’avvocato Arnaldo Tascione, il giovane ha cercato di negare sostenendo di avere prestato la vettura ad altri. Davanti ai fotogrammi della telecamera, su consiglio dell’avvocato, F.A. ha confessato dicendo che era in crisi d’astinenza e con un bisogno disperato di soldi». Il ventisettenne è stato denunciato ma resta a disposizione della magistratura. Le indagini della polizia non si fermano. Gli investigatori stanno cercando di appurare a chi F.A. ha consegnato i soldi e chi sono i fornitori di droga. «La droga si conferma il male peggiore di questo territorio»,dice Ciammaichella. «Annebbia le menti, induce a delinquere, spinge alla disperazione. Diffusione e spaccio di droga saranno combattuti con tutti i mezzi. I cittadini possono essere per noi validissimi e preziosi collaboratori», ripete il vicequestore.

Paola Calvano

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