Residence Rossetti, schiaffo alla Provincia

Il Tar dà ragione alla ditta: provvedimento sproporzionato, il complesso non va abbattuto

VASTO. "Il residence Rossetti non sarà demolito". Il Tar di Pescara ha accolto il ricorso presentato dai legali di Andrea Ledda, amministratore delegato della Litos, l'impresa che ha realizzato il complesso residenziale biotecnologico sulla circonvallazione Istoniense. Per i giudici amministrativi il provvedimento della Provincia è "sproporzionato" rispetto agli abusi edilizi commessi.

E mette un punto fermo nella annosa vicenda del residence la sentenza del Tar che ha annullato la determina dirigenziale con cui l'ufficio urbanistico provinciale aveva annullato i due permessi a costruire rilasciati dal Comune nel 2004 e nel 2006 perché ritenuti in violazione del piano regolatore.

Con lo stesso dispositivo la Provincia aveva intimato all'amministrazione comunale di emettere, entro sei mesi, una ordinanza di demolizione dell'intero fabbricato posto sotto sequestro dalla magistratura due anni fa. Per i giudici, che hanno accolto in pieno la tesi degli avvocati Giulio Cerceo, Arturo Massignani e Laura Di Tillio, difensori della Litos, «la Provincia ha violato il principio di proporzionalità e di adeguatezza, in quanto l'annullamento dei due permessi va considerato non solo un evento particolarmente lesivo per la ditta ricorrente, ma costituisce l'estrema ratio utilizzabile qualora non sussistano altri strumenti giuridici praticabili».

Nel caso specifico le violazioni urbanistiche commesse sono, secondo i magistrati pescaresi, «sanabili e quindi potenzialmente oggetto di sanatoria», tra l'altro proposta dall'impresa nel 2009. Nella sentenza viene anche messo in risalto il diritto di partecipazione del privato al procedimento.

Sono dunque salvi i settanta appartamenti costruiti sulla circonvallazione Istoniense secondo i criteri più attuali della bioedilizia e della bioclimatica ed in grado di consentire un risparmio energetico del 75%. Per Ledda, conosciuto in Abruzzo più per il suo curriculum scientifico (è un andrologo di fama nazionale) che per la sua attività di imprenditore, si chiude un capitolo nero e si apre una nuova fase con la riapertura del cantiere e la ripresa dei lavori, fermi da due anni con danni economici e di immagine ingenti. «Ogni commento è superfluo», taglia corto l'amministratore della società immobiliare che nell'agosto 2008 si è visto apporre i sigilli al complesso residenziale.

Il sequestro è scattato in seguito ad alcune difformità edilizie riscontrate dall'ufficio urbanistico comunale, i cui tecnici avevano accertato un'altezza del tetto superiore a quanto consentito dal permesso a costruire. Nel ricorso il Comune si è costituito in giudizio tramite gli avvocati Nicolino Zaccaria e Stefano Monteferrante dell'Ufficio legale.

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