«Salvare i lavoratori e l’azienda»

Cosentino: cassa integrazione per tutti e togliere le cliniche dai debiti

CHIETI. «Superare i pesanti disagi a cui sono sottoposti i dipendenti di Villa Pini. La cassa integrazione sarà prevista per 600 dipendenti e poi per gli altri. Sul futuro dell’azienda i percorsi sono diversi ma il primo obiettivo è depurarla dai debiti, poi si valuteranno le eventuali offerte di acquisto». Sergio Cosentino commissario giudiziario di Villa Pini procede con cautela. Ieri con i sindacati e alcuni collaboratori ha potuto tastare il polso della situazione.

Il risultato, confida Cosentino al termine dell’incontro con i sindacati, è stata «una giornata campale, tra incontri e sopralluoghi», ma è stata anche una giornata che apre spiragli positivi dopo nove mesi di buio pesto e 1600 lavoratori senza stipendio. Il commissario nominato dalla procura di Chieti ieri ha raccolto la «sollecitazione» dei sindacati a chiedere alla proprietà del gruppo, la famiglia Angelini, «la cassa anche per le altre società. La cosa», osserva Cosentino, «dovrebbe rispondere ai requisiti di intelligenza ed equilibrio ed evitare sperequazioni tra dipendenti».

In mattinata Cosentino e il suo braccio destro, la dottoressa Francesca Catini hanno fatto diversi sopralluoghi nel chietino nelle strutture del gruppo Villa Pini. Un giro considerato utile e non sono mancate le sorprese. «La struttura o, meglio, l’insieme delle strutture visitate sono valide», spiega, «io e la dottoressa Catini e i collaboratori della società abbiamo visto che ci sono cose positive». Sul futuro del gruppo le strade sono quasi obbligate. «Le prospettive», dice Cosentino, «possono essere la procedura concorsuale o, anche, l’amministrazione straordinaria. Il passo più importante è togliere l’azienda dall’assedio dei debiti e, solo allora, si potrà discutere se si farà avanti un altro soggetto che potrebbe affittare o rilevare l’azienda con i dipendenti da assumere».

In questo percorso il ruolo della Regione non sarà marginale. Si tratterà infatti per la giunta Chiodi decidere se sia il caso di revocare lo stop agli accreditamenti scattato ad inizio gennaio, con il gruppo Villa Pini che non può più fare ricoveri. Così come non sarà marginale il passaggio del 9 febbraio quando ci sarà a Chieti l’udienza fallimentare. Quel giorno il commissario Sergio Cosentino potrebbe anche decadere ma l’ipotesi più probabile, ed auspicata dai sindacati, è quella che il commissario rimanga al suo posto per portare a termine il progetto di rilancio e rivitalizzazione dell’azienda, mantenendo i livelli occupazionali. I sindacati ieri sera si sono dichiarati «moderatemente» soddisfatti.

«L’incontro è stato positivo per la cassa integrazione a Villa Pini, mentre rimane il problema irrisolto per gli altri centri», spiega Davide Farina responsabile della Cisl sanità privata, «come San Stefar, Santa Maria di Avezzamo, la Cicala di Atessa dove rimane alta la tensione dei lavoratori hanno già deciso che per martedì se non esce una soluzione chiara da mercoledì prossimo interrompono il servizio perchè stremanti dalla mancanza di soldi e da mesi tensioni. Siamo soddisfatti anche per la estrema sensibilità mostrata dal dottor Cosentino che il giorno stesso del suo insediamento ci ha convocato. Lunedì porterà la richiesta di cassa integrazione per i lavoratori di Villa Pini, noi abbiamo chiesto nel frattempo più garanzie per l’ultimo gruppo di lavoratori che assiste dei ricoverati in gravi condizioni. Per loro è necessario o il pagamento delle spettanze o la rotazione della cassa integrazione. Il dottor Cosentino ha dichiarato il suo interessamento».

Questo, infine, una parte del verbale siglato ieri a Villa Pini tra Cosentino e i sindacati. «Incontro», si sottolinea più volte nella nota, «improntato alla massima cordialità e disponibilità». «Dopo ampia e partecipata discussione», si legge nel verbale d’intesa, «si è convenuto sulla urgenza di formalizzare la richiesta della cassa integrazione in deroga che sarà oggetto di discussione già nella giornata di lunedì nell’incontro tra l’amministratore giudiziario e la struttura competente della Regione Abruzzo. A tale proposito si specifica che verranno mantenuti i necessari livelli di presenza di personale in azienda. I sindacati hanno altresì richiesto l’interessamento dell’amministratore giudiziario, ai fini della erogazione degli ammortizzatori in deroga, anche per le altre società del gruppo».