San Stefar, arriva lo sfratto

Niente affitti da un anno. Centro di riabilitazione a rischio

LANCIANO. Entro fine mese il centro di riabilitazione San Stefar chiuderà. I proprietari dell’immobile in via Parma hanno chiesto il recupero dei locali per morosità. Il gruppo Angelini, di cui il centro fa parte, non paga l’affitto da oltre un anno. È l’ennesima tegola che si abbatte su dipendenti e oltre 500 pazienti.

Lo sfratto che incombe sulla San Stef.a.r. di via Parma è del resto sono uno dei tanti problemi che affrontano i circa 45 dipendenti o quelli degli oltre 500 pazienti che non sanno fino a quando possono continuare a usufruire delle cure offerte dal centro di riabilitazione.
Come se non bastasse il caos generato dall’arresto di Vincenzo Angelini, patron della società che, a differenza delle altre strutture facenti capo al gruppo Villa Pini, non è interessata dalla procedura fallimentare. Arriva ora anche lo sfratto ed entro fine maggio il centro chiuderà se non saranno pagati gli affitti arretrati.

«In realtà avevamo già ricevuto la notifica di sfratto a febbraio», raccontano alcuni dipendenti della struttura. «Poi i proprietari dei locali hanno concesso una deroga che scade a fine maggio. Se non arrivano i soldi mettono i sigilli, come accaduto al centro di Chieti».
I due imprenditori lancianesi proprietari dell’immobile hanno avviato le procedure di sfratto in seguito alla persistente morosità del Gruppo Angelini che non versa i soldi degli affitti da oltre un anno e mezzo. Sembra, infatti, che gli imprenditori debbano riscuotere circa 100mila euro.

Ma, lo sfratto esecutivo non significa “solo” trovare le saracinesce del centro abbassate. Significa soprattutto che i dipendenti non hanno più un lavoro e che i pazienti rischiano di trovarsi senza cure.
«Il San Stefar di Lanciano è uno dei centri di riabilitazione più grandi della regione», sottolineano i dipendenti. «Assistiamo oltre 500 pazienti, circa 150 al giorno, nonostante siamo senza stipendio da 13 mesi». «E, a differenza di quanto accade ai colleghi di villa Pini», precisano i fisioterapisti frentani, «resteremo ancora senza soldi se la società non rientra nel fallimento».

«La speranza è che il tribunale di Chieti si pronunci a favore dell’istanza di fallimento in modo che si sbloccano i pagamenti degli stipendi», rimarca il sindaco Filippo Paolini che, ovviamente, non ha nessun mezzo per bloccare lo sfratto.
Ma, che ne sarà dei pazienti? «La Asl non ci ha comunicato nulla», concludono i dipendenti. «Dal 21 aprile è scaduto l’accreditamento ma continuiamo a garantire la riabilitazione per un senso di responsabilità verso gli utenti, anche bambini, che senza le cure vedrebbero aggravare le proprie condizioni».
Con lo sfratto la Asl dovrà sistemare subito 500 pazienti, e non sarà facile visto che le proprie strutture riabilitative non riescono a far fronte a tutte le richieste.

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