Santa Maria Maggiore tra crepe e umidità
Appello del parroco e dei residenti: la chiesa cade a pezzi e il rione è sporco e insicuro
LANCIANO. «Regione, Provincia e Comune devono sollecitare il ministero dei Beni culturali ad accelerare i fondi per il consolidamento della chiesa. Le crepe si aprono. Le infiltrazioni d'acqua indeboliscono le fondamenta e le volte».
A lanciare l'allarme è il parroco di Santa Maria Maggiore, don Domenico Di Salvatore. La voce del prelato risuona nei vicoli di Civitanova e si unisce a quella dei residenti che tornano a bussare al Comune per avere quanto promesso in questi anni: il parcheggio alle Ripe, l'attivazione della zona a traffico limitato, maggiore pulizia e sicurezza. Invece, nella chiesa, eretta nel 1227, le ferite continuano ad allargarsi; il rione è privo di parcheggi e pieno di rifiuti gettati da via Delle Ripe dove si è sollevata una piccola parte della pavimentazione.
E' stato l'intervento di domenica dei vigili del fuoco, per mettere in sicurezza il tetto dal quale erano cadute alcune tegole, ad accendere i riflettori sull'edificio di culto. «Il tetto è sicuro. E' il resto della Chiesa che preoccupa», spieda don Domenico, «c'è un progetto di consolidamento della parte cinquecentesca dell'edificio, redatto da Curia e Soprintendenza ai beni culturali, che prevede il rinforzo delle fondamenta tramite una struttura a rete, tiranti e uno sforzo economico di un milione di euro.
Ma è fermo dal ministero dal 2006. Le istituzioni devono sollecitarne l'approvazione». Che gli interventi siano urgenti è evidente. Appena si entra in chiesa si notano le mura piene di infiltrazioni con l'intonaco che si sgretola e cade a terra. Nella nicchia dove sono custodite le reliquie di San Donato la volta a crociera è piena si macchie nere e i mattoni che trasudano umidità. «La parte cinquecentesca è la più danneggiata», mostra don Domenico aprendo l'area chiusa al culto e dedicata alle attività parrocchiane.
Si resta incantati dalla bellezza delle cappelle nascoste nell'ala. E si resta esterefatti di fronte alle crepe che si aprono lungo i muri. «Le ferite si allargano», fa notare un residente mostrando le fenditure nella cappella realizzata da una famiglia spagnola. La situazione è però monitorata attraverso delle "spie", dei vetrini ancorati alle mura che evidenziano ogni variazione. Su uno dei fermi si legge: 13 luglio 2009.
A lanciare l'allarme è il parroco di Santa Maria Maggiore, don Domenico Di Salvatore. La voce del prelato risuona nei vicoli di Civitanova e si unisce a quella dei residenti che tornano a bussare al Comune per avere quanto promesso in questi anni: il parcheggio alle Ripe, l'attivazione della zona a traffico limitato, maggiore pulizia e sicurezza. Invece, nella chiesa, eretta nel 1227, le ferite continuano ad allargarsi; il rione è privo di parcheggi e pieno di rifiuti gettati da via Delle Ripe dove si è sollevata una piccola parte della pavimentazione.
E' stato l'intervento di domenica dei vigili del fuoco, per mettere in sicurezza il tetto dal quale erano cadute alcune tegole, ad accendere i riflettori sull'edificio di culto. «Il tetto è sicuro. E' il resto della Chiesa che preoccupa», spieda don Domenico, «c'è un progetto di consolidamento della parte cinquecentesca dell'edificio, redatto da Curia e Soprintendenza ai beni culturali, che prevede il rinforzo delle fondamenta tramite una struttura a rete, tiranti e uno sforzo economico di un milione di euro.
Ma è fermo dal ministero dal 2006. Le istituzioni devono sollecitarne l'approvazione». Che gli interventi siano urgenti è evidente. Appena si entra in chiesa si notano le mura piene di infiltrazioni con l'intonaco che si sgretola e cade a terra. Nella nicchia dove sono custodite le reliquie di San Donato la volta a crociera è piena si macchie nere e i mattoni che trasudano umidità. «La parte cinquecentesca è la più danneggiata», mostra don Domenico aprendo l'area chiusa al culto e dedicata alle attività parrocchiane.
Si resta incantati dalla bellezza delle cappelle nascoste nell'ala. E si resta esterefatti di fronte alle crepe che si aprono lungo i muri. «Le ferite si allargano», fa notare un residente mostrando le fenditure nella cappella realizzata da una famiglia spagnola. La situazione è però monitorata attraverso delle "spie", dei vetrini ancorati alle mura che evidenziano ogni variazione. Su uno dei fermi si legge: 13 luglio 2009.