Scontri con i cittadini, Terna a processo

18 Maggio 2017

Chiesta l’imputazione per un tecnico dell’azienda. Il giudice: «Falso il verbale per l’immissione nel terreno dei Del Bello»

LANCIANO. A processo per falso ideologico uno dei tecnici Terna, Ferdinando De Luca, per i fatti dell’8 luglio 2015, una delle giornate più drammatiche del lungo cantiere per la messa in opera dell’elettrodotto Villanova-Gissi, mega infrastruttura elettrica da 380mila volt in doppia terna e tralicci alti fino a 75 metri, osteggiata da cittadini, proprietari terrieri e associazioni ambientaliste. Il gip Massimo Canosa ha rigettato la richiesta di archiviazione chiedendo al pubblico ministero di formulare, per il tecnico incaricato da Terna, l’imputazione per il reato di falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici.
I fatti sono da ricondurre all’ormai famoso 8 luglio 2015, data che segna uno spartiacque ben preciso nella famiglia Del Bello di Sant’Onofrio. Dopo centinaia di immissioni in possesso da parte del colosso energetico sui terreni di ben 16 comuni abruzzesi per poter realizzare l’opera, quel giorno qualcosa si incaglia. Da un lato gli attivisti, arrivati in un centinaio, a difendere assieme ai Del Bello (il capofamiglia Aurelio e sua moglie Franca Colanero) il terreno e la casa frutto dei sacrifici di una vita. Dall’altro i tecnici Terna che, come racconta Antonio Di Pasquale che ha difeso decine di famiglie, tentano «di invadere il terreno di conquista per imporre la costruzione sul territorio del famigerato impianto». Sul posto, in una giornata arsa di sole e di rabbia, anche diversi amministratori e forze dell’ordine. La tensione è palpabile. Volano parole grosse, spintoni e grida, fino a che Franca Colanero cade a terra accusando un malore. Di qui l’intervento di un commissario di polizia che, per evitare che l’atmosfera degeneri oltremodo, dichiara sospesa l’immissione in possesso.
A quell’episodio seguiranno decine di denunce da parte degli attivisti e della stessa Terna. Ma, spiega Di Pasquale, «verso la fine del 2015, sui terreni della signora Colanero, l’opera viene comunque realizzata così, la proprietaria, a mezzo del proprio legale Pietro Silvestri, nel dicembre del 2015 avvia l’azione di reintegra chiedendo al giudice del tribunale di Lanciano la rimozione delle opere presenti». Terna così, a seguito di una istanza rigettata, presenta, a propria difesa, il verbale di immissione in possesso nel terreno della donna datato proprio 8 luglio 2015. È in questo documento che De Luca non avrebbe riportato la presenza della donna sul terreno, documentata invece da diverse testimonianze, dall’intervento dell’ambulanza e dallo stesso De Luca nel corso dell’interrogatorio. Per Terna scatta così il processo penale.
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