Scoppia la guerra del brodetto

Modificata la ricetta originaria: c'è il cefalo e non si cucina nel vaso di coccio
VASTO. Passino le cozze, ma il cefalo no. Non può essere proprio accettato. Gli organizzatori della rassegna "Brodetto e contorni" (questa sera l'officina del gusto al trabocco di Punta Penna) modificano la ricetta originaria del brodetto di pesce alla vastese e in città si scatena la battaglia. «Ci scippano pure la ricetta originale», protesta su Facebook il gruppo "Gli amici del brodetto", capitanato da Brunella Fratini che in meno di un'ora è riuscito a raccogliere ieri 164 adesioni.
La ricetta modificata è stata scoperta dal consigliere Nicola D'Adamo (Apv). E resa pubblica dal suo blog. «Chiedo il rispetto della tradizione e l'immediata sostituzione della ricetta modificata con quella originale di Pino Jubatti», interviene Nicola Del Prete, ideatore nel 2007 del Mese del Brodetto.
Il brodetto di pesce alla Vastese, servito fumante nei caratteristici tegami di coccio, è cantato anche nei brani in vernacolo della tradizione istoniense. La "tijella", la tipica pentola di creta rossa, è essenziale per la preparazione. Altrettanto importante è la scelta del pesce. «Il cefalo non c'entra nulla con il brodetto. E' stata snaturata la ricetta orginale peraltro protetta dal disciplinare sul brodetto», rimarca l'ex vice sindaco Nicola Del Prete. Nato come piatto semplice frutto del baratto fra il pescatore che cedeva parte della "scafetta" (la cassetta di pesce) al contadino in cambio dei pomodori "mezzitempi", necessari per la preparazione dell'intingolo, il brodetto è diventato qualche anno fa una pietanza con marchio di qualità della Ccia da tutelare e salvaguardare. Pino Jubatti ha realizzato anche un calendario storico sul brodetto.
Nel 2008 dagli ingredienti vennero tolte cozze e vongole. La modifica scatenò una querelle alla quale presero parte ben 45 membri dell'Accademia italiana della cucina. Dopo lunghe e accorate discussioni la conclusione fu che le vongole potevano essere ammesse perchè danno sapore. Le cozze, al contrario, non sono gradite. Figurarsi il cefalo.
D'accordo con gli "Amici del brodetto" sono i ristoratori più anziani. Da "Zi Nicola" alla "Vela" l'opinione è unanime: il cefalo non c'entra nulla con il brodetto di pesce vastese. E dello stesso parere sono le massaie più longeve. «Ho cucinato centinaia, forse migliaia di brodetti nella mia vita, ma nella tijella non ho mai messo i cefali», assicura zia Annina Marchesani, 88 anni, ben portati. Ma a indurre in errore il Comune e la condotta Slow Food Abruzzo secondo Raimondo Pascale, responsabile della condotta, è stato un libro. «Invito i cultori del blog a leggere la ricetta firmata dallo stesso Jubatti riportata nel libro "Cucina e Trabocchi", pubblicato nel 2006 e ripresa sul sito http//www.vastospa.it», si difende Pascale. Insomma a scatenare la guerra potrebbe essere stato un errore di stampa.
"Gli Amici del Brodetto", chiedono che l'errore venga corretto al più presto. Decine di vastesi invece approfittano dell'occasione per chiedere agli organizzatori di "Brodetto e contorni" di ripristinare la tariffe dello scorso anno: 20 euro. «Pagare da 30 a 35 euro per gustare le eccellenze del pescato locale è davvero tanto. Troppo in tempo di crisi».
La ricetta modificata è stata scoperta dal consigliere Nicola D'Adamo (Apv). E resa pubblica dal suo blog. «Chiedo il rispetto della tradizione e l'immediata sostituzione della ricetta modificata con quella originale di Pino Jubatti», interviene Nicola Del Prete, ideatore nel 2007 del Mese del Brodetto.
Il brodetto di pesce alla Vastese, servito fumante nei caratteristici tegami di coccio, è cantato anche nei brani in vernacolo della tradizione istoniense. La "tijella", la tipica pentola di creta rossa, è essenziale per la preparazione. Altrettanto importante è la scelta del pesce. «Il cefalo non c'entra nulla con il brodetto. E' stata snaturata la ricetta orginale peraltro protetta dal disciplinare sul brodetto», rimarca l'ex vice sindaco Nicola Del Prete. Nato come piatto semplice frutto del baratto fra il pescatore che cedeva parte della "scafetta" (la cassetta di pesce) al contadino in cambio dei pomodori "mezzitempi", necessari per la preparazione dell'intingolo, il brodetto è diventato qualche anno fa una pietanza con marchio di qualità della Ccia da tutelare e salvaguardare. Pino Jubatti ha realizzato anche un calendario storico sul brodetto.
Nel 2008 dagli ingredienti vennero tolte cozze e vongole. La modifica scatenò una querelle alla quale presero parte ben 45 membri dell'Accademia italiana della cucina. Dopo lunghe e accorate discussioni la conclusione fu che le vongole potevano essere ammesse perchè danno sapore. Le cozze, al contrario, non sono gradite. Figurarsi il cefalo.
D'accordo con gli "Amici del brodetto" sono i ristoratori più anziani. Da "Zi Nicola" alla "Vela" l'opinione è unanime: il cefalo non c'entra nulla con il brodetto di pesce vastese. E dello stesso parere sono le massaie più longeve. «Ho cucinato centinaia, forse migliaia di brodetti nella mia vita, ma nella tijella non ho mai messo i cefali», assicura zia Annina Marchesani, 88 anni, ben portati. Ma a indurre in errore il Comune e la condotta Slow Food Abruzzo secondo Raimondo Pascale, responsabile della condotta, è stato un libro. «Invito i cultori del blog a leggere la ricetta firmata dallo stesso Jubatti riportata nel libro "Cucina e Trabocchi", pubblicato nel 2006 e ripresa sul sito http//www.vastospa.it», si difende Pascale. Insomma a scatenare la guerra potrebbe essere stato un errore di stampa.
"Gli Amici del Brodetto", chiedono che l'errore venga corretto al più presto. Decine di vastesi invece approfittano dell'occasione per chiedere agli organizzatori di "Brodetto e contorni" di ripristinare la tariffe dello scorso anno: 20 euro. «Pagare da 30 a 35 euro per gustare le eccellenze del pescato locale è davvero tanto. Troppo in tempo di crisi».
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