Sei commercianti minacciati dal finanziere

Il militare arrestato voleva regali per non fare multe: l'indagine partita da due esposti

LANCIANO. «Ti rovino se mi metto a controllare nella tua attività». È la minaccia che il "maresciallo Renzo", così si faceva chiamare il finanziere Crescenzo Di Marzio, 58 anni, rivolgeva a commercianti e ristoratori per ottenere favori in cambio di silenzio su uno scontrino non emesso o altre irregolarità fiscali. Un sistema smascherato dalle indagini della polizia della procura, che ha trovato collaborazione nella guardia di finanza di Lanciano dove il brigadiere era in servizio dal 2000. Ora il finanziere è ai domiciliari con l'accusa di concussione, falso documentale e distruzione di atto pubblico.

Sono almeno sei le attività commerciali finite nel mirino del finanziere, che con le minacce ha ottenuto cene gratis, carne e prodotti da forno, persino un quadro del valore di 600 euro. Ora i suoi beni, per un valore complessivo di 620mila euro sono stati confiscati.

Ma il numero delle vittime è destinato a crescere. Le indagini, ad aprile, sono partite da due esposti anonimi, due richieste di aiuto da parte di commercianti che non ne potevano più di pagare dazio a quel brigadiere della finanza che li minacciava di fargli chiudere l'attività se non collaboravano. Verifiche e controlli hanno portato la procura ad arrestare per concussione reiterata e falso documentale Crescenzo Di Marzio, finanziere pugliese da undici anni a lavoro nella tenenza di Lanciano.

Il finanziere è agli arresti domiciliari, come disposto dal gip Francesca del Villano Aceto, nella casa di Poggio Imperiale (Foggia), dove ha la residenza, lontano da quei commercianti di Lanciano, di Lama dei Peligni, Tornareccio, Perano e Palombaro che ha vessato e minacciato per 3 anni, dal 2008 all'aprile 2011.

Di Marzio aveva come un conto aperto, da non saldare, con i titolari: passava regolarmente da macellaio, fornaio, persino da una rivendita di prodotti edili, per "riscuotere" in cambio controlli fiscali non effettuati. La spesa per le attività andava da 20 a 50 euro a settimana che, moltiplicati per tre anni, fanno una bella cifra. Gli esercenti prima di parlare con la polizia giudiziaria e la procura, come sottolineato dal pm Rosaria Vecchi, titolare dell'inchiesta, hanno dovuto farsi coraggio perché intimiditi e spaventati da eventuali ritorsioni che potevano avere, come conseguenza estrema, la chiusura dell'attività. Ma sono stati rassicurati, anche dall'arresto del brigadiere. La procura spera che altri episodi e testimonianze, se ci sono, vengano presto fuori.

Tre anni di «attività illecita» abusando della divisa sono tanti per aver coinvolto "solo" 6 esercenti e ristoratori frentani. Sono proprio le testimonianze, i controlli incrociati e i documenti messi a disposizione del comandante della tenenza di Lanciano, Marta Compagnone ad incastrare il "maresciallo Renzo", nome con cui Crescenzo Di Marzio si faceva chiamare. Per essere certi gli investigatori hanno mostrato le foto del finanziere agli esercenti, che lo hanno riconosciuto senza esitazioni.

Di Marzio ha anche subito la confisca dei beni: due case, titoli vari in diverse banche non solo lancianesi per 120mila euro, e tre appezzamenti di terreno. «In attesa dell'interrogatorio di garanzia», dice l'avvocato difensore Gaetano Pedullà, «ho chiesto che il mio assistito venga trasferito da Poggio Imperiale a Lanciano».

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