Senza pensione da 2 mesi, per l'Inps è morto

Chieti, la scoperta il mese scorso in banca: per l'istituto di previdenza risulta deceduto due volte

CHIETI. Deceduto, risorto e morto di nuovo. Strana storia quella di Giannino Bucci, tollese di 72 anni, in pensione dal 1995 dopo aver prestato servizio presso Poste italiane e che ora, stando ai computer dell'Inps di Chieti, risulta deceduto dal 31 ottobre 2011. Ma Giannino è vivo, vegeto e in gran forma. La bizzarra scoperta è avvenuta nel mese scorso quando si è recato negli uffici della sua banca nella quale ha disposto l'accreditamento, per ritirare la pensione, ma si è sentito dire che dal computer non risultava più in vita. Una storia dalla trama quasi cinematografica.

«Mi hanno detto che ero deceduto nel mese di ottobre e che da allora non era stata più erogata la mia pensione», racconta Giannino Bucci, che vive a Tollo e che, facendo tutti i pagamenti tramite conto corrente, a novembre non si era recato in banca. «A dicembre di ritorno da una visita medica mi sono fermato in banca e ho fatto la scoperta. "Sono qui invece vivo e vegeto" ho detto all'impiegato della mia banca».«Così, il 6 gennaio scorso, giorno del mio settantaduesimo compleanno», continua, «abbiamo festeggiato un morto resuscitato. Il 28 dicembre, invece, mi sono recato da un operatore dell'Inps di Chieti che, nel verificare i dati al computer, mi ha confermato che risultavo deceduto a fine ottobre. A quel punto, aggiunge, «mi ha fatto firmare una dichiarazione in cui attestavo di essere ancora in vita».

Senza nessun certificato di morte, la storia si è poi arricchita di ulteriori risvolti grotteschi. L'ex dipendente di Poste Italiane, per 36 anni impiegato negli uffici di Pescara, si è infatti rivolto al suo avvocato che ha contattato la sede romana dell'Inps da cui è arrivata un'altra ""macabra" scoperta. «E sì», continua, «perché dal computer della sede centrale risultava che ero deceduto addirittura nel marzo del 2009, morto quindi da più di due anni».

A quel punto la figlia di Giannino Bucci è partita con destinazione la sede romana di Ipost, l'ente erogante, tramite l'Inps, delle pensioni di ex dipendenti di Poste. «Sono molto perplessa e amareggiata», commenta la figlia, «siamo ora in attesa di una risposta ufficiale che chiarisca quanto prima ciò che è accaduto».

Per ora, dunque, nessuna spiegazione né per Bucci né per il suo legale. Un errore del computer? Un caso di omonimia? «L'unica certezza che ho», sottolinea sorridendo, «è che della pensione non si è saputo nulla. Al di là dell'aspetto comico della vicenda», conclude, «spero quanto prima di riaverla perché un mese senza può andare, ma ormai sono passati tre mesi e da Ipost ho solo ottenuto la ricevuto di ritorno della raccomandata spedita dall'avvocato. La mia storia fa ridere, ma in famiglia ora comincia a farci preoccuparci».

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