Sequestrato e bastonato: parla solo il capo della gang

Interrogati i 4 vastesi arrestati: Pollutri risponde al giudice e rigetta le accuse Ma dopo l’episodio spunta il caso di un altro ragazzo aggredito

VASTO. Per i carabinieri si è trattata di una spedizione punitiva violenta e cruenta in stile sudamericano contro due giovani. Ma potrebbe esserci un movente affettivo all’origine della notte di follia che ha portato mercoledì scorso in carcere tre diciottenni e un diciannovenne di Vasto. Tre dei componenti la presunta baby gang di Vasto ieri mattina ha fatto scena muta davanti al Gip del tribunale di Vasto, Stefania Izzi, incaricata per rogatoria dal collega De Ninis di Pescara di ascoltare gli indagati. Lorenzo Storto, Graziano Di Guilmi e Cristian Pulina, su suggerimento dei difensori, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. «Il mio assistito è molto provato e spaventato», afferma Elisa Pastorelli che con il collega Arnaldo Tascione difende Cristian Pulina. «Non abbiamo ancora avuto modo di leggere gli atti. Tuttavia, vista l’età dell'indagato e la sua incensuratezza, lunedì (domani, ndc) insieme al collega Tascione presenteremo al giudice di Pescara la richiesta di scarcerazione». Sulla stessa linea l’avvocato Virginia Memoli, difensore di Di Guilmi e i colleghi Luca Storto e Gianluca Racano, che difendono Lorenzo Storto. Luis David Pollutri, 18 anni, il presunto leader del gruppo, assistito dall’avvocato Daniela Mascioli, ha invece risposto alle domande del giudice. Lo ha fatto per rigettare le accuse e fornire una versione diversa da quella delle due presunte vittime del brutale pestaggio avvenuto il 23 dicembre a Pescara.

Gli arrestati sono accusati di sequestro di persona, danneggiamento, lesioni, violenza privata, ricettazione e riciclaggio in concorso. Avrebbero malmenato e sequestrato un ragazzo di Montesilvano obbligandolo a vendere il suo oro e incassando il denaro. A mettere nei guai Pollutri e i suoi amici sono stati i soldi trovati dai carabinieri di Casalbordino nelle tasche del diciottenne insieme a una ricevuta di un punto vendita Compro oro intestata a una delle vittime del pestaggio. Ma Pollutri dichiara che l’oro venduto era suo. Conferma la discussione con le vittime del pestaggio fuori da una discoteca di Pescara, ma contesta tutto il resto. Chi lo conosce assicura che il giovane è molto legato alla sorella che vive a Montesilvano e che quella notte era stata vista con uno delle vittime del pestaggio. Il movente potrebbe essere di origine affettiva.

Paola Calvano

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