Un anno fa la morte di Lorena, il dolore della sorella Silvana: «Non è suicidio, vogliamo la verità»

La rabbia e i tanti dubbi della Paolini: «troppi punti oscuri, per me è stata uccisa«. A settembre la perizia degli esperti Polidoro e Bruzzone: «Attendo delle novità»
ORTONA. Un anno di dolore, ma non di silenzio. Un anno senza la sorella, Lorena, trovata morta nella sua casa di Ortona esattamente il 18 agosto del 2024. Silvana Paolini rivive questi mesi pieni di lacrime, incubi e grida in cui non ha fatto altro che chiedere la verità sulla morte di Lorena. Per lei, uccisa dal marito; per il medico legale, invece, suicida. Andrea Cieri resta indagato per omicidio. Ma l’ipotesi più probabile è quella dell’archiviazione.
Che anno è stato per lei senza sua sorella?
«Difficile spiegarlo con le parole, è come se la mia vita fosse sospesa. Queste indagini fatte in segreto hanno lasciato noi familiari in silenzio ad aspettare. Cosa? Che venga fuori la verità? E quando la otterremo? In questo anno non è passato un solo giorno in cui non abbia pensato o parlato di Lorena. Un continuo, con gli amici, con i parenti, con tutti».
Lei resta sempre convinta che sia stata uccisa?
«Sono convintissima del fatto che sia stata uccisa. In un anno non ho mai avuto risposte da chi viveva con lei. E il fatto che si nascondano o vivano nell’ombra, mi dà ancora più conferma di quello che penso. Parlo di tutta la famiglia. Sono tutti complici. Il loro silenzio conferma quello che io sostengo fin dal primo giorno. Loro non vogliono che si parli di Lorena, vogliono che questa storia venga insabbiata. Cosa devo pensare? Un innocente non si nasconderebbe, ma vorrebbe solo che emergesse la verità».
Ha mai parlato con il marito di Lorena in questo anno?
«Non ci ho mai provato, non ci voglio parlare. Un paio di giorno dopo la morte di Lorena, e ricordo tutto come se fosse ieri, mi ha chiamato per dirmi che voleva parlarmi. Mi fece chiamare dalle mie nipoti. Dopo aver saputo dagli inquirenti che mia sorella era stata strangolata, così mi è stato detto dai carabinieri dopo che inizialmente mi era stato riferito di un malore, mi sono allontanata da Cieri. Mi raccontò di una discussione tra lui e Lorena. Il giorno dopo il pm Falasca mi fece vedere gli ultimi messaggi di Lorena sul telefonino. In effetti la discussione c’era stata, e anche pesante. Lei è morta in quella casa, lì qualcuno c’era in quel momento, qualcuno avrà sentito, no?».
Come si spiega l’ipotesi dell’archiviazione del caso come suicidio?
«Se non verrà fuori la fune con cui, secondo loro, Lorena si sarebbe impiccata, per me è solo carta straccia. Voglio le prove. Per me Lorena non si è impiccata. Potrei anche accettare la realtà, se fosse questa, ma voglio le prove, vere, concrete. Non teorie».
Lorena avrebbe mai pensato al suicidio?
«Non l’avrebbe mai fatto. Non perché fosse felice, perché non lo era in quella casa e con quel marito. Viveva alla giornata, ma era serena. Le cose non andavano benissimo a livello sentimentale, ma lei si era rassegnata e viveva per le figlie e per il suo cane. Ma non era felice. Nonostante questo, non si sarebbe mai tolta la vita per non dare questo dispiacere alle figlie. Avevamo perso nostra madre da poco e per noi fu un lutto devastante. Lei non avrebbe mai lasciato le sue figlie da sole, e neanche il suo cane, Orso, che riteneva un terzo figlio».
Qual è il punto oscuro di questa storia che durante quest’anno l’ha tormentata?
«Ce ne sono molti. Hanno cambiato più volte versione. Prima il malore, poi il suicidio a causa della depressione. Lui (Cieri, ndc) disse di averla trovata moribonda sul divano e di averla soccorsa e rianimata, con l’aiuto della figlia. Poi però ha chiamato il 118 con il telefono della figlia, non con il suo: come mai non aveva il telefono in quel momento? Lui che è sempre reperibile a lavoro. E hanno chiamato me, qualche ora dopo, con il telefono di Lorena. Ma il telefono di una persona appena deceduta non andrebbe toccato da nessuno, o mi sbaglio? Io ho risposto, convinta che fosse lei che mi chiamava per vederci al mare con i nostri cugini. Poco prima aveva stirato tutti i panni della casa. Secondo voi una persona che vorrebbe uccidersi pensa a rimettere in ordine la casa e a stirare?».
Ora Silvana si affida a Ildo Polidoro e Roberta Bruzzone. A settembre ci sarà un nuovo round della battaglia per la verità sulla morte di Lorena.
«Sarà lui a controbattere alle conclusioni tratte dal dottor Cristian D’Ovidio, e confido molto nelle sue capacità e nella sua esperienza. Ricordo che Lorena nella casa funeraria indossava un foulard al collo: perché? Cosa bisognava nascondere? Perché è stata vestita dall’agenzia funebre del marito, che era indagato per la sua morte? Non doveva essere toccata dalle onoranze funebri Cieri, visto che c’era un’indagine in corso. Troppi lati oscuri in questa storia. La Bruzzone ha sentito tutte le persone vicine a Lorena. A settembre ripartiremo con la nostra ricerca della verità e avremo delle novità».
Oggi per Lorena una messa nella chiesa di Santa Maria.
«È stata già prenotata dalla famiglia, io passerò per una preghiera, ma poi voglio ricordarla a Crecchio, dove siamo nate e cresciute, la nostra casa eil nostro luogo del cuore. Ne faremo dire tante: Lorena ha bisogno delle nostre preghiere».