Serfina, la Banca d’Italia multa gli amministratori teatini

Mini stangata da 115mila euro suddivisi tra il dg D’Intino e il Cda dell’istituto Nella relazione firmata dal direttore Saccomanni l’elenco delle contestazioni

CHIETI. Irregolarità nei controlli e carenze di organizzazione nella banca Serfina che per questo viene «multata» dalla Banca d’Italia. Che ha pubblicato sul proprio bollettino interno le sanzioni amministrative pecuniarie per una somma di 115 mila euro.

La sanzione è stata inflitta ai componenti ed ex componenti del consiglio di amministrazione Pietro Odoardi, Graziano Di Costanzo, Giuseppe Litta, Giorgio Losi, Adriano Costantino Lunelli, Marco Fregni, Vincenzo Cicioni e Valerio Zoino; ognuno dovrà versare nelle case della Banca cenrtale 9mila euro, per carenze nell’organizzazione e nei controlli. Per gli stessi motivi ma con una valutazione minore in quanto al grado di responsbilità 4.500 euro è stata la sanzione inflitta ai consiglieri Giovanni Di Tommaso e Maurizio Di Blas, stessa pena pecuniaria per l’ex consigliere Giorgio Urbano Di Rocco.

Travolto dalle verifiche di Bankitalia naturalmente anche il direttore generale della Serfina Bruno D’Intino che dovrà pagare 6mila euro anche lui per non aver saputo organizzare sufficientemente il funzionamento della Banca e per non aver controllato, così come impongono le leggi bancari i clienti ai quali sono stati concessi crediti.

Come i consiglieri di amministrazione 9mila euro dovranno invece versare i componenti e gli ex componenti del collegio sindacale, ai quali la Banca d’Italia imputa identica carenza di controlli.

Novemila euro dovranno versare i dottori commercialisti Francesco Cancelli, e Carmine Salce, seimila euro la sanzione inflitta a Andrea Mennilli, ex componente del collegio sindacale.

La relazione, firmata dal direttore generale di Bankitalia, Fabrizio Saccomanni è frutto di una ispezione avvenuta qualche tempo fa negli uffici della banca Serfina, alla fine della quale gli ispettori hanno elaborato una relazione sulle irregolarità compiute dai vertidi dell’istituto di credito.

Si ricorda che non più di un anno fa la banca fu coinvolta in una vicenda che riguardava la famiglia di un imprenditore edile molto noto della città. La banca vantava un credito di 500 mila euro nei confronti del costruttore che è stato in seguito annullato dal giudice civile di Chieti al quale i debitori si erano rivolti. Al centro una fidejussione che poi lo stesso tribunale dichiarò nulla.

Per questa vicenda finì sotto processo per estorsione anche l’ex direttore della banca Serfina che venne però ampiamente prosciolto. Ma la storia obbligò i vertici di Bankitalia a disporre un’ispezione.

Alle sanzioni inflitte, direttore generale, consiglio di amministrazione e collegio sindacale sono obbligati in solido. Ovvero tutta la somma di 115 mila euro può essere pretesa da Bankitalia da ciascuno di loro.

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