la sanità nelle aree interne

Servizio di vaccinazione proteste per i tagli

LAMA DEI PELIGNI. Aree interne sempre più penalizzate dalla lenta spoliazione dei servizi sanitari e dopo proclami e promesse non mantenute, i sindaci lanciano il loro grido di allarme: «Ammalarsi...

LAMA DEI PELIGNI. Aree interne sempre più penalizzate dalla lenta spoliazione dei servizi sanitari e dopo proclami e promesse non mantenute, i sindaci lanciano il loro grido di allarme: «Ammalarsi in montagna vuol dire essere trattati da Terzo Mondo».

L’ultima polemica nasce dalla decisione del dipartimento di prevenzione della Asl Lanciano-Chieti- Vasto di sospendere, dal 1° febbraio, il servizio di vaccinazione nei comuni di Gessopalena, Torricella Peligna, Roccascalegna e Palombaro, attività spostata nel distretto sanitario di base di Casoli. Il direttore del dipartimento prevenzione, Raffaele Sebastianelli, e il direttore Siesp, Pierina Lella, motivano la disposizione con «la necessità di dover garantire l’erogazione delle vaccinazioni nel rispetto dei requisiti di sicurezza e di efficacia e dovendo ottimizzare l’uso delle risorse umane ed economiche».

A Torricella, ad esempio, dopo 17 anni non saranno più fatte le vaccinazioni. «Togliere i servizi nei distretti dell’entroterra e lasciare il personale senza nessun compito», afferma Tiziano Teti, sindaco di Torricella, «significa per la Asl ottimizzare le risorse umane? O l’obiettivo strategico è ridurre al minimo le prestazioni erogate in modo da poter giustificare l’inutilità e quindi chiuderli?. I distretti sono l’unico baluardo sanitario nei territori montani e l’aumento di prestazioni sanitarie, come in quello di Torricella aumentate ultimamente del 70%, la dice lunga sulla loro importanza per le popolazioni con un elevato indice di vecchiaia».

Nei distretti si assiste a una spoliazione di servizi come Otorino e Ginecologia senza parlare della istituzione delle unità operative del 118, prevista nel piano sanitario regionale 2008-2010, nel territorio di Villa Santa Maria, Torricella Peligna e Lama dei Peligni.

Esasperato è Antonino Amorosi, primo cittadino di Lama. «Un anno fa», afferma, «un bimbo è nato tra Lama e Casoli perché non c’era un servizio di emergenza-urgenza, cioè il 118. Il giorno dopo la Asl promise che avrebbe attivato il servizio; stiamo ancora aspettando. La propaganda elettorale dice che la Regione ha risparmiato sulla sanità; è logico, hanno tagliato i servizi», afferma Amorosi che aggiunge: «Da domani, per esempio, nel mio comune chiudo il servizio dell’immondizia; è certo che ho risparmiato ma a che prezzo? La legge dice che i servizi sanitari devono essere spostati verso i cittadini per agevolare le famiglie, ma non mi sembra che dica che si debba fare solo verso i cittadini della costa. Gli ammalati delle zone montane hanno un peso maggiore da sopportare e questo, penso che non sia costituzionale».

Matteo Del Nobile

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