Alcune fasi della costruzione del furgone Ducato alla Sevel con gli operai al lavoro

ATESSA

Sevel: torna la cassa integrazione, la produzione si ferma di nuovo

Lunedì attività bloccata, si riprende martedì ma con ritmi leggermente ridotti. Vertice tra direzione aziendale e sindacati, viene applicata la rotazione ai dipendenti costretti a restare a casa e con lo stipendio ridotto del 30%

ATESSA. Ancora cassa integrazione per lo stabilimento del Ducato e dei gemelli tedesco (Opel) e francesi (Citroen e Peugeot) del marchio Stellantis. Lunedì 15 novembre, la produzione è sospesa su tutti e tre i turni a causa dell'ormai cronica mancanza di microchip e componenti che hanno a che fare con le dotazioni elettroniche del furgone commerciale leggero. La produzione riprende martedì al primo turno, ma sarà leggermente più bassa perché viene applicato ancora una volta lo strumento della cassa integrazione parziale. Al momento non è stato comunicato il numero di dipendenti interessato dall'ammortizzatore sociale: l'azienda lo fa sapere entro lunedì.
Si naviga a vista sull'organizzazione delle linee di montaggio. Anche la riunione con le rsa di stabilimento di due giorni fa era stata prevista per le 14,30 per poi essere riprogrammata alle 19 e poi alle 17. Segno che l'azienda, fino all'ultimo minuto disponibile, cerca di approvvigionarsi delle componenti necessarie per non far fermare un colosso con una capacità produttiva di oltre mille furgoni al giorno e più di 300mila l'anno. Ma la crisi globale del mercato dei microchip non dà tregua. I microchip servono ad aziende di informatica, elettronica, automotive, televisioni e elettrodomestici in genere e per ogni oggetto, piccolo o grande, che abbia una qualsiasi componente elettronica.

Oltre a mancare le materie prime stanno mancando anche i trasporti via nave i cui costi stanno lievitando alle stelle. E a farne le spese maggiori è il mercato automobilistico che aveva già subito un drammatico arresto per gli effetti della pandemia da Covid-19. Tra i pochissimi stabilimenti ancora al lavoro e in attivo di commesse c'è proprio Sevel, colosso europeo per la realizzazione di veicoli commerciali che, tuttavia, sta patendo gravemente la crisi con il ricorso a numerose giornate di sospensione della produzione, cassa integrazione e turni lavorativi tagliati da 18 a 15. Per la prossima settimana l'impostato (ovvero il numero di furgoni prodotti in un giorno) dovrebbe scendere leggermente sotto i 1.200 veicoli. I lavoratori costretti alla cassa integrazione quindi potrebbero essere meno dei 1.700 di questa settimana. Le tute blu che hanno dovuto fermarsi sono state scelte, per la maggior parte, tra i dipendenti con ridotte capacità lavorative. La prossima settimana, al contrario di quanto avvenuto fino a ieri e che aveva indispettito i sindacati, sarà applicata la rotazione. I dipendenti in cassa e con stipendio ridotto di circa il 30% non saranno quindi sempre gli stessi.
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