Si ammanetta dentro il tribunale

Il papà di una vittima della strada: «Giustizia lenta, faccio da solo?»

VASTO. «Sono stremato dal dolore per la morte di mio figlio. Ho tanta rabbia dentro. Mi faccio giustizia da solo? Mi vergogno di essere italiano». E’ riassunta in questa frase scritta su un cartello appeso sulla schiena, la rabbia di un padre che nove mesi fa ha perso il figlio in un incidente stradale e attende che venga fatta giustizia.
E quel dolore Giuliano De Villano lo ha gridato ieri mattina nei corridoi del tribunale. Per protesta si è ammenettato e ha mostrato la copia del necrologio con la foto del figlio Guido. Il grido d’aiuto è stato raccolto dal procuratore capo Francesco Prete. Il magistrato ha ricevuto Giuliano Del Villano nel suo ufficio e insieme al sostituto procuratore Irene Scordamaglia ha rassicurato l’uomo sull’approfondimento e l’accelerazione delle indagini.

La tragedia. La sera del 10 giugno 2009 Guido Del Villano, 31 anni, operaio della Sevel - era team leader del reparto Lastrature - mentre da Atessa sta tornando a casa in sella alla sua moto Yamaha, all’altezza del torre Acqua Chiara, nel comune di Torino di Sangro perde la vita in un incidente stradale la cui dinamica a distanza di mesi non è ancora chiara.
Il primo ad accorrere è il padre Giuliano.
L’uomo davanti al corpo straziato del figlio viene colto da malore. «Voglio giustizia. Mio figlio non meritava di morire così», è stata la frase che il padre dell’operaio ha ripetuto più volte insieme alla moglie Linda durante i funerali del figlio. E quella stessa richiesta Giuliano Del Villano ieri l’ha ripetuta manifestando la propria disperazioone ai giudici.

La protesta.
Erano passate da poco le 10 ieri mattina quando il papà di Guido Del Villano è arrivato al palazzo di giustizia.
Ha parcheggiato l’auto, è salito al secondo piano ed ha inscenato la protesta. L’uomo ha appeso sulle spalle un cartellone con la foto del figlio e si è legato i polsi.
Il suo legale, l’avvocato Clementina De Virgilis ha cercato di fermarlo, ma inutilmente. «Non ce la faccio più. Il dolore mi sta uccidendo. Sono passati nove mesi da quando mio figlio non c’è più. Voglio sapere perchè. Chiedo che venga chiarita la dinamica e accertate le responsabilità», ha detto l’uomo.

Pochi minuti dopo due agenti della polizia giudiziaria lo hanno invitato a raggiungere il procuratore Prete nel suo ufficio.

Il legale. «Il rispetto e la comprensione del procuratore Prete verso il dolore del mio cliente hanno avuto l’effetto di una panacea», afferma il legale di Del Villano, l’avvocato Clementina De Virgilis. «Sia il procuratore che il sostituto Irene Scordamaglia che si occupa delle indagini sono stati veramente molto comprensivi. Hanno dialogato a lungo con il mio cliente, garantendogli un approfondimento delle indagini», dice l’avvocato.
Guido era un ragazzo pieno di vita. Aveva tanti progetti. La sua morte è stato un colpo durissimo per i genitori. Giuliano Del Villano sa bene che nessuno potrà ridargli il figlio, ma chiede che almeno venga identificato e punito chi ha provocato quella morte.