«Sul parroco frattura insanabile»

Castelguidone, scritte contro don Alberto. Il sindaco: intervenga il vescovo

CASTELGUIDONE. La frattura è ormai insanabile. Di qua una parte della popolazione, dall'altra il parroco, don Alberto Conti, che ha il sostegno della diocesi di Trivento. Ma a Castelguidone sono tornate scritte e volantini contro il sacerdote, invitato ad andarsene.

La questione non è nuova e pare non abbia una origine ben definita. Don Alberto è parroco in paese da almeno 30 anni. Il sacerdote oltre a essere responsabile della Caritas delle regioni Abruzzo e Molise è anche direttore della Caritas della diocesi di Trivento, alla quale Castelguidone appartiene, ed è stato anche fondatore della scuola di formazione politica "Paolo Borsellino". E' da anni che tra il parroco e una fetta dei residenti non corre buon sangue. Già in passato c'erano stati atti intimidatori nei confronti di don Alberto. Gesti che ora sono ripresi. Forse alla luce delle recenti prime comunioni e cresime celebrate in paese rispettivamente a fine maggio e una settimana fa per i bambini i cui genitori non ce l'hanno con il sacerdote.

L'altro giorno il paese si è visto di nuovo alle prese con scritte su muri e tappezzato di volantini anonimi del tipo: "Don Alberto vattene" o anche "Lascia in pace Castelguidone". Le scritte sono state notate dal sindaco, Mario Cicchillitti, che ha subito avvisato i carabinieri. Sulla vicenda, ovviamente, è stato aperto un fascicolo dagli investigatori. Ma tra quanti sostengono che è meglio che don Alberto lasci il paese, c'è proprio il primo cittadino.  «Si è venuta a creare una forte contrapposizione in paese», spiega il sindaco, «tant'è che tira una brutta aria di divisione nella popolazione. Più volte ho interessato alla vicenda il vescovo di Trivento, monsignor Domenico Scotti, ma tutto è rimasto come prima, anzi, il paese è ancora più spaccato. Bisognerebbe aprire una sorta di verifica su quanto è accaduto e sta accadendo. Cerco di mantenere un certo equilibrio ma devo prestare orecchi anche a chi manifesta un certo disagio. Una cosa è certa: una parte dei residenti non vuole più don Alberto. Sono sindaco dal 2004 e già sei anni fa la situazione era difficile. So che tanti fedeli frequentano le parrocchie di altri paesi e questo non è bello. Vorrei cercare di capire come la Curia possa tollerare una situazione del genere».

Sulle recenti scritte è intervenuto l'Ufficio comunicazioni sociali della diocesi di Trivento per esprimere solidarietà a don Alberto «vittima innocente di manifestini e scritte murali con frasi diffamatorie e calunniose. Un atto che è sconcertante, anticristiano e dal chiaro sapore intimidatorio».

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