Tagli all’assistenza sanitaria «Per i pazienti solo disagi»

6 Giugno 2013

LANCIANO. Disagi, aumento dei ricoveri ospedalieri e delle spese sanitarie, liste di attesa di mesi per la riabilitazione: sono le conseguenze della sospensione dell’assistenza domiciliare a...

LANCIANO. Disagi, aumento dei ricoveri ospedalieri e delle spese sanitarie, liste di attesa di mesi per la riabilitazione: sono le conseguenze della sospensione dell’assistenza domiciliare a Lanciano a centinaia di pazienti. A ribadirlo sono Alessandro Di Matteo, capogruppo consiliare di “Lanciano in Comune” e Aldo Cerulli, segretario regionale di Cittadinanzattiva rispondendo al presidente Gianni Chiodi. Proprio Chiodi nella seduta del consiglio regionale in cui si è affrontata la questione Adi di Lanciano ha affermato che in passato «l’Adi veniva disposta con percentuali più alte, anormalmente più alte, di tutti i distretti sanitari di base di tante regioni», e che è stata fatta «un’azione moralizzatrice nell’uso delle risorse pubbliche» rivedendo il servizio.

«La sospensione tout court ha generato più disagi che benefici a malati e famiglie», ribatte invece Di Matteo, «la modalità di accertamento, giusta per scovare i furbi, poteva essere effettuata con i normali controlli e gradualmente, permettendo ai pazienti e familiari di organizzare un’assistenza sostitutiva adeguata». Non solo: Di Matteo chiede a Chiodi come faccia a essere «così sicuro che le scelte effettuate in passato siano state sbagliate. Quale organismo di controllo le ha accertate?», domanda il capogruppo. «Sarebbe necessario che lo decidesse una commissione a hoc come richiesto dal consiglio comunale». Di Matteo evidenzia anche che non c’è una moralizzazione nell’uso delle risorse se ci sono malati in Adi costretti al ricovero in strutture sanitarie dai privati fare la fisioterapia costa quasi il doppio di quella fatta in Adi.

Perplesso Aldo Cerulli, di Cittadinanzattiva, che sull’Adi ha presentato un esposto alla magistratura: «Sono altre le sedi dove compiere azioni moralizzatrici. Mi chiedo a quale livello siano i diritti dei pazienti a cui l’Adi è stata cancellata senza preavviso», evidenzia Cerulli, «un’azione così è la peggiore rappresaglia fatta ai più deboli. Dov’è la correttezza quando chi va a fare le verifiche in casa degli ammalati, va da solo, nonostante sia prevista una commissione multidisciplinare?».

Teresa Di Rocco

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