Tir carichi di merce rubata Imprenditore finisce agli arresti

Residente allo Scalo, era stato già denunciato lo scorso marzo per riciclaggio internazionale nel suo capannone gli uomini della Polstrada trovarono anche alcune piante di marijuana

CHIETI. Il 18 marzo era stato denunciato per riciclaggio internazionale di autoveicoli e per coltivazioni di piante di marijuana. L’altro ieri l’imprenditore Ignazio Anello, 47 anni, residente a Chieti, ma originario di Palermo è stato raggiunto da un ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari firmata per lo stesso motivo dal Gip del tribunale di Chieti. Anello dovrà rispondere di riciclaggio, ricettazione di veicoli e merce rubata, e di coltivazione di marijuana. L’operazione porta la firma della polizia stradale di Bologna, aiutata dai colleghi della Polstrada di Chieti, questi coordinati dal dirigente Fabio Santone, e dall’ispettore Polidoro, che il 18 marzo hanno perquisito un capannone in contrada Selvaiezzi dove sono stati trovati diversi veicoli, di grossa cilindrata, come Mercedes, Range Rover, provenienti dall’estero e tre camion, di cui uno risultava rubato. I veicoli industriali erano tutti carichi di merce, provento di furto, probabilmente giocattoli.

Anello, molto conosciuto in città ma anche dalle forze dell’ordine, in quanto da decenni è residente a Chieti Scalo e con la sua famiglia traffica in auto, è stato denunciato alla magistratura e i mezzi sono stati sequestrati.

Durante la perquisizione, nei locali dell’ufficio, i poliziotti hanno trovato anche quattro grosse piante di marijuana.

La perquisizione prende le mosse da una inchiesta avviata dalla Procura di Ancona sul traffico di veicoli rubati, prevalentemente all’estero e poi fatti rientrare in Italia e rimmessi in circolazione nel territorio nazionale dopo che i dati di identificazione venivano modificati.

Una volta “ripuliti” i veicoli venivano immessi sul mercato nazionale e venduti a persone del tutto ignare della provenienza illecita del mezzo acquistato. Durante le indagini molti di questi veicoli di origine sospetta sono stati fermati sulle strade della penisola dagli uomini della polizia di stato e dopo una serie di riscontri incrociati si è arrivati a scoprire che alcuni di questi provenivano dal capannone di Selvaiezzi.

Le indagini della procura marchigiana in contrasto con il riciclaggio di veicoli abbracciano tutto il territorio nazionale.

Durante la perquisizione nel capannone dell’imprenditore, che peraltro risulta avere precedenti per reati dello stesso genere, i poliziotti hanno scoperto che la merce, stipata in alcuni scatoloni a loro volta stivati in semirimorchi parcheggiati nell’area di pertinenza del capannone, era stata rubata a una azienda del nord Italia.

Dei tre camion sequestrati,solamente uno risulta rubato, mentre sugli altri due sono attualmente in corso indagini della polizia di stato per capire se fanno parte di quel blocco di veicoli rubati e poi rimessi nel mercato con carte di circolazione e telai falsificati.(k.g.)

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