Torna la lite sui confini della pesca

Vongolare ortonesi fino al Trigno. Il Comune di Termoli scrive al prefetto

VASTO. Andar per pesci come andare in guerra. Tutto per una questione di confine di acque marine tra Abruzzo e Molise indicata male nel decreto. Risultato: multe e sequestri alle vongolare ortonesi e vertice in prefettura a Campobasso per garantire l'ordine pubblico.


Il corso d'acqua. Chi l'ha detto che il confine tra Abruzzo e Molise è sancito dal corso del fiume Trigno? Nessuno, anche se pare scontato che sia un corso d'acqua a delimitare un territorio. Ma non sempre è così. Come nel caso del Trigno. Per 35 chilometri dalla sorgente, il fiume scorre in Molise; nel tratto più a valle, ossia per altri 45 chilometri, il Trigno segna il confine con l'Abruzzo e ciò fino a 7 chilometri dalla foce, quando il fiume va dritto nell'Adriatico mentre il confine regionale con una sorta di strappo ad angolo retto prima a sinistra e poi a destra, nelle vicinanze di San Salvo, si stacca dal corso d'acqua per almeno due chilometri. E' in quel punto, tra San Salvo marina e Marina di Montenero di Bisaccia, che per i pescatori molisani le vongolare abruzzesi devono fermarsi nel loro lavoro. E invece, stando alle segnalazioni degli ultimi giorni, quelle imbarcazioni, che d'abitudine ormeggiano nel porto di Ortona, sono arrivate a pescare fino alla foce del Trigno, cioè nel territorio molisano, un miglio di mare più a sud, scarsi due chilometri. Ma lì dove la pesca è vietata due mesi, da settembre a ottobre, per consentire il ripopolamento delle vongole. L'intervento della Capitaneria di porto ha fatto scattare multe per gli armatori abruzzesi - da mille a 6mila euro - e sequestri di materiale per la pesca dalle imbarcazioni.

La lettera del Comune. «Qualche giorno fa», ha scritto in una nota il vicesindaco di Termoli, Vincenzo Ferrazzano, al prefetto di Campobasso, Stefano Trotta, «circa 25 vongolare appartenenti al Consorzio per la pesca dei molluschi bivalvi di Ortona, hanno sconfinato nelle vicinanze della foce del trigno per effettuare la pesca. Il Cogevo di Termoli ha immediatamente informato la Capitaneria di porto di Termoli la quale, prontamente e puntualmente ha cercato di risolvere la situazione che si era venuta a creare». Ma Ferrazzano spiega nella nota anche che i pescatori abruzzesi, appelandosi a un errore formale contenuto nel decreto che stabilisce i limiti territoriali di competenza marittima dopo l'elevazione dell'Ufficio circondariale marittimo di Ortona a Capitaneria di porto, «vogliono affettuare la pesca delle vongole proprio alla foce del Trigno, quando è risaputo che il fiume sfocia in territorio molisano, nel comune di Montenero di Bisaccia».

Il pasticcio del decreto. «Un refuso» lo chiamano al Comune di Termoli. «Un errore formale», lo definiscono nella nota di lamentela indirizzata al prefetto. Fatto sta che il decreto 51 del 2005 cita il fiume Trigno come confine tra le acque territoriali abruzzesi e molisane. Il pasticcio sta tutto qui. E visto che «la situazione sta diventando drammatica e non si esclude che le due marinerie possano arrivare allo scontro», ecco il vertice dal prefetto. Nell'incontro a Campobasso, al quale hanno partecipato oltre al sindaco di Termoli, Basso Antonio Di Brino, il responsabile della Federcoopesca Molise, Domenico Guidotti, il capitano di fregata Raffaele Esposito e il direttore marittimo dell'Abruzzo e del Molise, Pietro Verna, il prefetto Trotta «ha garantito che vigilerà in modo ancora più scrupoloso affinché vengano ripristinati i reali confini tra le due Regioni», spiega una nota del Comune di Termoli.

Federcoopesca Molise. «Quel decreto ha ingenerato tanta confusione sui confini tra le due regioni», spiega il responsabile dell'associazione di categoria, Domenico Guidotti, «di qui la necessità di ripristinare le cose correttamente perché così avanti non si può andare. Spero che dopo l'ultima vicenda, con l'interessamento anche del prefetto di Chieti oltre a quello di Campobasso, la questione sia stata chiarita. Lo stesso direttore marittimo si è fatto carico della questione e chiederà di far modificare il decreto ristabilendo gli esatti confini tra l'Abruzzo e il Molise».

Federcoopesca Abruzzo. «Effettivamente ci vuole chiarezza sui confini», replica Franco Ricci, responsabile dell'associazione abruzzese, «la diatriba, però, non la risolvono le capitanerie ma il ministero. Rispettiamo le indicazioni date dal prefetto di Campobasso e l'auspicio delle autorità marittime, ma una legge può essere modificata solo da un'altra legge. Domani (oggi per chi legge, ndr) presenterò un quesito al ministero dei Trasporti per capire, stante questa incertezza, quali sono i reali confini tra le due regioni. Fino a quando regna l'incertezza, però, vale ciò che è scritto e per noi è buono quanto è contenuto nel decreto che i pescatori molisani contestano ma che autorizza gli abruzzesi ad arrivare fino alla foce del Trigno. Nel frattempo chiedo che siano evitate confusioni e, soprattutto, rappresaglie».

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