Vasto

Truffa sul premio di risultato di 30mila euro: dirigente comunale a processo

18 Novembre 2025

Vincenzo Toma nel 2020 avrebbe disposto illegittimamente a se stesso il pagamento della somma. Il caso nato dopo un controllo degli ispettori del ministero dell’Economia e il loro dossier del 2023

VASTO. Avrebbe disposto, in favore di se stesso, il pagamento della somma di 30.873 euro come “premio di risultato” per gli obiettivi conseguiti. Ruota intorno a queste contestazioni il rinvio a giudizio di un dirigente del Comune di Vasto, Vincenzo Toma. Il processo è in programma il 16 dicembre 2025. In quella occasione l’avvocato Francesco La Cava del foro di Isernia, difensore del dirigente – che è andato in pensione, ma continua a prestare servizio nell’ente in virtù di un contratto di collaborazione gratuita – cercherà di dimostrare che il suo assistito ha operato nella piena legittimità. Parte offesa nel procedimento è il Comune di Vasto. Il reato contestato è quello di peculato, perché in qualità di pubblico ufficiale Toma avrebbe disposto illegittimamente, in favore di se stesso, il pagamento della somma di 30.873 euro, a titolo di retribuzione di risultato dell’annualità 2020 (di cui 18.763 in qualità di dirigente del I settore e 12.110 euro in qualità di dirigente del II settore (ricoperto ad interim), mediante determina di liquidazione n. 139 del 20 gennaio 2023, così appropriandosi – sempre secondo l’accusa - di 22.555 euro (cifra netta decurtata da oneri e contributi), in conflitto di interessi e in violazione di alcune norme di legge e del regolamento comunale. La vicenda che ha portato al rinvio a giudizio del dirigente è quella ricostruita dagli ispettori del Ministero dell’economia e delle finanze (Mef) che nel 2023 sottoposero a verifica amministrativo-contabile una serie di aspetti, tra cui i premi di risultato erogati alle figure apicali per gli obiettivi conseguiti nell’arco temporale compreso tra il 2018 e il 2022. Molte le presunte irregolarità riscontrate, dettagliatamente illustrate in un dossier di 83 pagine dove vengono analizzati anche gli incentivi ai tecnici, gli assegni ad personam e le posizioni organizzative. Sui premi di risultato gli 007 del Mef furono categorici. «La metodologia adottata dal comune di Vasto per la valutazione del personale con qualifica dirigenziale non è quella prevista dal regolamento di cui l’ente si è dotato nel 2012», scrisse Biagio Giordano, dirigente dell’Ispettorato Generale dei Servizi Ispettivi di Finanza Pubblica, «gli obiettivi sui quali è stata impostata la valutazione della performance organizzativa dei dirigenti appaiono infatti attinenti alla ordinaria attività amministrativa dell’ente ed in quanto tali non determinano un significativo miglioramento della qualità dei servizi erogati». In parole povere, secondo gli ispettori ministeriali, i premi di risultato sarebbero stati liquidati senza che venissero determinati a monte “obiettivi misurabili in termini chiari e concreti” come richiesto dal contratto di lavoro. Molte altre anomalie vennero riscontrate dagli ispettori ministeriali, i cui controlli vennero definiti di “routine” dal sindaco Francesco Menna. Secondo il primo cittadino «sono controlli, richieste e contestazioni che il Ministero fa in tutta Italia». Ai rilievi il Comune rispose con delle controdeduzioni. Sui premi di risultato la Procura di Vasto aprì una inchiesta che si concluse con il rinvio a giudizio di Toma. Il 16 dicembre la prima udienza.