Carlos Tavares, amministratore del Gruppo Stellantis (Fca+Psa)

VAL DI SANGRO

Tutti i dubbi Sevel: Tavares alza il muro sulle assunzioni

L'amministratore del Gruppo Stellantis incontra i sindacati, promette che non ci sarà alcun taglio produttivo, investimenti, ma anche il ricorso ai cassintegrati. La risposta: "Rimangono le incertezze con la fabbrica gemella in Polonia". Resta lo sciopero, appello al governo

ATESSA. Nessuna riduzione produttiva alla Sevel, nessuna sovrapposizione con il nuovo stabilimento-gemello polacco di Gliwice, continuare a impiegare i lavoratori cassintegrati in trasferta da altri stabilimenti del Gruppo, e investimenti per migliorare ulteriormente l'efficienza e la produttività dell'impianto della Val di Sangro. Sono queste le comunicazioni fatte ai sindacati dall'amministratore delegato del Gruppo Stellantis (Fca+Psa) proprietario della Sevel, Carlos Tavares, atterrato "a sorpresa" questa mattina nello stabilimento abruzzese dove si produce il furgone modello Ducato. Affermazioni significative che ora dovranno necessariamente essere verificate passo-passo nelle scelte che verranno attuate nei prossimi mesi. E che sull'aspetto del personale non soddisfano i rappresentanti sindacali.

Tavares è infatti stato inflessibile sui lavoratori "somministrati". Resta pertanto aperto il conflitto sulla decisione di non confermare i 700 lavoratori che hanno un contratto in somministrazione a tempo indeterminato da due o tre anni. E lo sciopero, minacciato dai sindacati, rimane un'ipotesi in campo, anche se gli stop and go della produzione rendono complicata l'organizzazione.

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In attesa di un comunicato ufficiale di Stellantis, parlano i sindacati.

"Questa rigidità da parte di Stellantis sui somministrati ci porta dritto allo sciopero, invitiamo nuovamente Tavares a cambiare posizione cogliendo le istanze che i lavoratori di Sevel stanno ponendo da mesi", afferma Ferdinando Uliano, segretario nazionale della Fim Cisl, dopo l'incontro dell'ad di Stellantis Carlos Tavares con i delegati Sevel Il tema dei lavoratori somministrati appare il più difficile della vertenza Sevel. "Le considerazioni di Tavares non ci soddisfano - sottolinea Uliano - e ci trovano contrari. Il ceo di Stellantis, ha precisato la posizione di privilegiare i lavoratori interni, e l'utilizzo di lavoratori cassintegrati in trasferta da altri stabilimenti e non ha nessuna intenzione di cambiare posizione sui somministrati, precisando che non intende incrementare come numero. Per noi la presenza di oltre 700 somministrati di Sevel è una stortura determina dal Decreto Dignità, quei lavoratori sono a tutti gli effetti degli "interni" che devono essere trasformati in dipendenti Sevel. Lo dicono i numeri, oggi ci sono 5650 dipendenti con oltre 300.000 veicoli, nel 2016 erano oltre 6150 i dipendenti con 280.000 unità prodotte. Stiamo chiedendo di ripristinare una situazione che si sta trascinando da tempo. Nessuno chiede di aumentare i somministrati, semmai chiediamo di ridurli aumentando gli occupati interni". Uliano sollecita il governo a convocare al Mise il tavolo di Stellantis.

Secondo Fiom Cgil l'incontro con Tavares non chiarisce quale futuro si prospetta per Sevel. Tanto che nei prossimi giorni saranno programmate  le iniziative di mobilitazione. Anche per Fiom il governo non può sottrarsi al confronto e, alla luce  della crisi dei semiconduttori, lo invita a far ripartire in fretta i tavoli sull'automotive, su Stellantis e su tutta la filiera della componentistica. "Serve un provvedimento straordinario che si ponga gli obiettivi di investire sull'innovazione, di garantire l'occupazione e di impedire le delocalizzazioni, altrimenti si aprirà una stagione di conflitto sociale", commentano Simone Marinelli, coordinatore nazionale automotive per Fiom-Cgil e Alfredo Fegatelli, segretario generale Fiom-Cgil Chieti e Rsa Sevel.

"La visita di Carlos Tavares è un fatto importate, ma restano le incertezze sul futuro dello stabilimento e dell'indotto e il rischio occupazionale per i lavoratori precari, a causa anche del prossimo avvio della produzione nello stabilimento di Gliwice in Polonia", aggioungono. E anche in questo caso il nodo sul personale ha la priorità: "È urgente - spiegano in una nota - affrontare la questione degli oltre 700 somministrati, attraverso stabilizzazioni e anche l'utilizzo del contratto di espansione per accompagnare alla pensione le lavoratrici e i lavoratori che hanno i requisiti. Per tutelare la crescita e lo sviluppo occupazionale occorrono investimenti e garanzie sulla tenuta della capacità produttiva dello stabilimento Sevel e di conseguenza dell'intero indotto".

"È sempre una buona notizia quando l'amministratore delegato di Stellantis, Carlo Tavares, viene in Italia e nello specifico in Val di Sangro a visitare lo stabilimento Sevel. La sua attenzione per gli stabilimenti italiani è preziosa. Ma in verità siamo preoccupati", è il parere di Gianluca Ficco, segretario nazionale Uilm, e Nicola Manzi, segretario della Uilm di Chieti. A monte c'è timore per le potenziali ricadute su Sevel del nuovo stabilimento polacco che produce anch'esso il Ducato. "Due stabilimenti in Europa che producono il medesimo modello è di per sé qualcosa di pericoloso o per lo meno qualcosa che ti che richiede la massima allerta sindacale", commentano Ficco e Manzi. Che tornano a parlare di sciopero: "Auspichiamo che il dialogo possa essere fruttuoso, ma in assenza di qualsiasi risposta ci stiamo preparando a iniziative di sciopero. I lavoratori hanno il diritto di essere ascoltati".

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