Ubriaca abbandona la figlioletta di quattro anni in strada: indagata, ora rischia il processo

Una 27enne lascia la piccola sulla pubblica via incurante del pianto, in pieno inverno e di sera. La procura le contesta un reato punito con la reclusione da sei mesi fino a cinque anni
CHIETI. È inverno. Il freddo umido si mangia i rumori, li attutisce. Poi, all’improvviso, un suono che non dovrebbe esserci. Un pianto. È acuto, insistente. Non è un capriccio. È il pianto di chi è solo. È la sera del 12 dicembre 2024 e sulla strada c’è una bambina di quattro anni. Quel pianto solitario ha messo in moto la macchina della giustizia. La procura della Repubblica di Chieti ha infatti chiuso il cerchio delle indagini preliminari, traducendo la vicenda in un’ipotesi di reato precisa. Al termine degli accertamenti,il pubblico ministero Marika Ponziani ha firmato l'avviso di conclusione dell'inchiesta nei confronti della madre della piccola, una donna di 27 anni residente a Pescara: il reato contestato è «abbandono di minore», punito con la reclusione da sei mesi a cinque anni. L’atto d’accusa cristallizza la dinamica dei fatti. La giovane, quella sera a Francavilla al Mare, si trovava in stato di ebbrezza alcolica. Sarebbe stata questa condizione di ubriachezza a spingerla a un gesto che viola il primo obbligo di un genitore: la protezione. Le viene addebitato di aver lasciato la figlia sulla pubblica via, senza alcuna vigilanza, per poi allontanarsi «incurante del pianto della piccola». L’accusa fa riferimento a una violazione del dovere di assistenza, resa ancora più grave dalla vulnerabilità della bambina, esposta a un pericolo concreto in un ambiente non protetto. L’avviso di conclusione delle indagini segna la fine della fase investigativa e apre uno spazio di garanzia per la difesa. La ventisettenne avrà ora la facoltà di presentare una memoria, produrre documenti o chiedere di essere interrogata dal pubblico ministero per fornire la propria versione. Soltanto dopo questo passaggio, la procura deciderà se sollecitare l’archiviazione del procedimento oppure formulare la richiesta di rinvio a giudizio.
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