Un calendario per l'Unità d'Italia

Gessopalena ricorda i suoi patrioti del Risorgimento e della Resistenza
Tra i personaggi Domenico Troilo vice-comandante della Brigata Maiella

GESSOPALENA. Il Comune di Gessopalena partecipa al 150º anniversario dell'Unità d'Italia con un calendario che ricorda i «Patrioti gessani del Risorgimento» (personaggi di varia estrazione, nati a Gessopalena, e che parteciparono altrove alle lotte risorgimentali), presenti con fotografie d'epoca e didascalie. Sponsorizzato dalla Comunità Montana zona Q, Anpi, Pro Loco e biblioteca comunale Raffaele Persiani, curato da Nicola Cavaliere e Achille Trabaccone con la grafica elegante di Maria Troilo, il calendario sarà presentato stamattina alle 11 dal sindaco Antonio Innaurato al prefetto di Chieti, Vincenzo Greco per «originalità e valenza educativa».

La copertina riporta al suo centro le «tre bandierine del giubileo» ricavate dal logo ufficiale del Quirinale, le quali accompagnano di seguito le foto e le didascalie dei vari «patrioti gessani». Si inizia da Marino Turchi, professore d'igiene e poi rettore dell'università di Napoli, che firmò la «vibrata protesta contro il re spergiuro» Ferdinando II per aver ritirato la Costituzione e tradito la Rivoluzione nazionale. Si prosegue con Gian Vincenzo Pellicciotti, medico e giornalista, messo in galera a Chieti dopo il 1848, città dove visse e operò fervidamente nella sua bella casa ancora esistente in via Arniense, tuttora abitata dalle pronipoti. E' presente anche Vincenzo Turchi, fratello di Marino, insigne giurista, messo in carcere anche lui a Napoli per aver chiesto il ripristino delle guarentigie costituzionali del 1848. C'è poi il sarto Andrea Rossi, che nel 1849 partecipò alla difesa della Repubblica veneziana. Non manca un musicista Giuseppe Persiani, che dedicò un' opera a Garibaldi.

L'ultimo personaggio è un «patriota gessano del secondo Risorgimento», ovvero Domenico Troilo, vice-comandante della Brigata Maiella, scomparso quasi tre anni fa, e che il presidente Ciampi ricordò come «nobilissima figura di combattente per la libertà e la democrazia».

C'è un bel verso di Manzoni che introduce alla lettura del calendario: «Non fia loco ove sorgan barriere/Tra l'Italia e l'Italia, mai più». Il senso è quello dell'unità nazionale, ma le barriere sono anche quelle sociali, culturali, economiche e politiche, che oggi mettono a rischio i frutti del primo e secondo Risorgimento se si dimenticano i fondamenti di quella «religiosità civile» che Mazzini, Garibaldi e Cavour seppero perseguire insieme a quei patrioti risorgimentali così presto dimenticati.

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