Unione Comuni, Montepara: scioglimento anacronistico

ORSOGNA. «Sciogliere l'Unione della Marrucina è una decisione in controtendenza in un momento in cui lo Stato tende a diminuire i trasferimenti finanziari anche attraverso norme che invogliano i...

ORSOGNA. «Sciogliere l'Unione della Marrucina è una decisione in controtendenza in un momento in cui lo Stato tende a diminuire i trasferimenti finanziari anche attraverso norme che invogliano i piccoli Comuni a associarsi in forma di unione». E' molto critico Fabrizio Montepara con la determinazione assunta dai cinque sindaci di liquidare dopo oltre un decennio l'Unione della Marrucina, nata da un patto tra otto municipi nel 2001 e oggi rimasta con Orsogna, Filetto, Canosa Sannita, Arielli e Poggiofiorito. Da molti indicato come il principale tra i fondatori della Marrucina, a cui lavorò quando era sindaco della città dei Talami per diventare il primo presidente (in carica fino al 2004), Montepara premette oggi di «non essere più che un osservatore delle vicende dell'Unione. Da cui traggo però l'impressione che si stia per commettere un atto privo di una approfondita conoscenza degli scenari prossimi sul fronte delle finanze dei piccoli enti locali».

Oggi consigliere provinciale e presidente nazionale di Res tipica in seno all'Associazione nazionale dei Comuni italiani, Montepara chiarisce il suo punto di vista sulla scorta di un dibattito organizzato alcuni mesi fa con l'intervento di Antonio Centi, presidente Anci d'Abruzzo. «Agli amministratori locali, Centi ha chiarito che le forme di associazione saranno rese sempre più coattive dallo Stato e dalla stessa Regione per la necessità di risparmiare sulle spese di funzionamento dei Comuni. Le unioni, anziché sciogliersi, «osserva Montepara, «tenderanno a formarsi. In pochi anni in Italia sono raddoppiate».

L'ex presidente sceglie la diplomazia, invece, sulle voci che circolano in questi giorni circa la nascita nel 2013 di una nuova unione tra i Comuni della Marrucina, ma senza Orsogna che è il centro più popoloso del comprensorio.

«Sulla veridicità non mi esprimo, ne sono quanto gli latri», commenta, «ma non so se abbia a che fare, e come, con l'obbligo che scatta nel 2013 di gestire in forma intercomunale almeno tre funzioni, che passeranno a sette, praticamente tutte, nel 2014. Se fosse vero, si dovrebbe rifare tutto da capo. Il perché di tutto questo fare e disfare mi sfugge, e penso che sfugga anche ai nostri concittadini». (f.b.)

©RIPRODUZIONE RISERVATA