Wwf: lo scalo inquinato dal traffico

I risultati dei monitoraggi fatti nel 2010 dall'università di Siena

CHIETI. Un'alta percentuale di idrocarburi di origine industriale e di pesticidi agricoli, anche banditi dalla legge, riscontrati nell'aria dello scalo, zona Madonna delle Piane. Questo dicono le analisi a campione, relative all'anno scorso, commissionate all'università di Siena dal Wwf e dal comitato Villablocc.

«La concentrazione annua degli inquinanti registrati allo scalo è simile», afferma Augusto De Sanctis, del Wwf Abruzzo, «a quella di città più popolate e industrializzate di Chieti come, ad esempio, Bari e Taranto». Un'ammissione allarmante che tiene conto degli esiti dei campionamenti dell'aria eseguiti dall'università di Siena attraverso l'installazione di due centraline a Madonna delle Piane.

Due recipienti in acciaio inox, con una griglia in poliuretano in mezzo, che hanno un raggio di azione di circa 700 metri.

«Le due centraline», spiega Paola Olivo del comitato Villablocc, «sono state sistemate in prossimità dell'ex Foro Boario e della chiesa di Madonna delle Piane dove, ad una manciata di metri, insiste il campus universitario della D'Annunzio».

I rilievi riguardano quattro trimestri dello scorso anno e sono stati condotti analizzando in laboratorio quanto si è accumulato nei filtri delle centraline. Ebbene su 59 sostanze inquinanti cercate nell'aria ne sono state trovate ben 32.

«Un mix micidiale» riprende De Sanctis, «tra idrocarburi da traffico veicolare e industriale e pesticidi di origine agricola». Entrando nello specifico nel terzo e quarto trimestre del 2010 sono state rilevate alte concentrazioni di policlorobifenili, inquinanti pericolosi assorbiti progressivamente dall'organismo umano mentre nel primo trimestre le centraline hanno individuato elevate percentuali di idrocarburi aromatici. Nell'estate dello scorso anno a Madonna delle Piane sono state respirate quantità importanti di pesticidi.

«Tra questi pesticidi utilizzati di solito in agricoltura», sottolinea De Sanctis, «spicca il lindano, bandito dal commercio da ormai dieci anni». Insomma serve massima attenzione per ripristinare un ambiente salubre allo scalo martoriato dall'insediamento incontrollato di fabbriche, da un traffico veicolare in costante aumento e da alcuni episodi dannosi come gli incendi che si sono sprigionati nei mesi scorsi in aziende che lavorano rifiuti speciali. Il Wwf lancia un appello agli enti locali, già diffidati per gli scarsi monitoraggi dell'aria che vanno eseguiti per legge. «Le istituzioni», attacca Nicoletta Di Francesco, del Wwf Chieti, «sono inadempienti da tempo ed è arrivato il momento di invertire la rotta». (j.o.)

© RIPRODUZIONE RISERVATA