Comunicato Stampa: Al via la seconda edizione di ALDA International School

3 Settembre 2025


(Arv) Venezia 3 set. 2025- “È per me un grande onore portare il mio saluto e quello del Consiglio regionale del Veneto a questa nuova edizione della Scuola Internazionale di Studi Politici. Il titolo scelto, relativo alle comunità resilienti e sul come rafforzare la democrazia locale in tempi di cambiamenti, ci invita subito a una riflessione: che cosa significa oggi parlare di resilienza democratica, in un’epoca segnata da crisi globali, rapide trasformazioni tecnologiche, nuove forme di polarizzazione e incertezze geopolitiche?”. Così il Presidente dell’assemblea legislativa regionaleRoberto Ciambettinel corso dell’apertura ufficiale della seconda edizione dell’ALDA International School, in programma dal 3 al 5 settembre 2025 presso Villa Fabris a Thiene, in provincia di Vicenza.
“La parola resilienza nasce nel linguaggio della fisica dei materiali - ha ricordato il Presidente Ciambetti - e indica la capacità di un corpo di assorbire un urto e di ritornare alla sua forma originaria. Trasportata nella vita delle istituzioni e delle comunità, essa significa capacità di resistere agli shock, di adattarsi, di trasformare le difficoltà in opportunità. La democrazia non è mai un dato acquisito una volta per tutte, ma un processo vivo che, se non è continuamente alimentato, rischia di spegnersi. In questo senso, la storia europea ci offre esempi illuminanti. Alexis de Tocqueville, già nell’Ottocento, osservava come la forza della democrazia americana risiedesse nelle comunità locali, nelle associazioni civiche, nei corpi intermedi: era la partecipazione diffusa a garantire l’equilibrio contro derive autoritarie. Allo stesso modo, Alcide De Gasperi ricordava che “La democrazia non è un’invenzione astratta, ma la coscienza di popoli liberi che si organizzano nel rispetto reciproco”. Oggi, in un mondo che vive le tensioni del populismo, della disinformazione e della sfiducia verso le istituzioni, dobbiamo riscoprire questa lezione: la democrazia si rafforza a partire dal basso, dai territori, dalle comunità. Il Veneto ha conosciuto nei secoli prove dure, guerre, crisi economiche, migrazioni. Eppure, la nostra terra ha sempre trovato la forza di rialzarsi facendo leva su due pilastri: la responsabilità personale e la solidarietà comunitaria. La Serenissima Repubblica di Venezia, con i suoi secoli di stabilità istituzionale, dimostra che una democrazia può essere resiliente se sa unire innovazione e tradizione, pragmatismo e visione, se sa creare spazi di partecipazione reale. Non a caso, in quella storia troviamo istituzioni inclusive, in cui la vita pubblica era alimentata dal dibattito, dalla condivisione delle responsabilità e da un forte senso del bene comune. Ma la resilienza non è solo memoria: è attualità. I numeri ci dicono che oltre il 60% dei cittadini europei dichiara di avere poca fiducia nei partiti politici, mentre il 70% si fida molto di più delle istituzioni locali. Questo dato deve interrogarci: è nelle città, nelle regioni, nei territori che si gioca la partita della democrazia contemporanea. Qui i cittadini incontrano concretamente i servizi, qui possono sentirsi parte attiva, qui le istituzioni devono dimostrare trasparenza, competenza e capacità di ascolto”.
“Ecco allora che la democrazia del futuro non potrà prescindere da tre grandi sfide. La prima - conclude Ciambetti - è culturale: formare cittadini consapevoli, capaci di spirito critico, resistenti alle semplificazioni e alle fake news. Senza educazione civica e senza cultura democratica, la resilienza diventa solo uno slogan. La seconda sfida è sociale: contrastare le disuguaglianze, perché una società frammentata, in cui pochi hanno troppo e molti troppo poco, è terreno fertile per chi semina odio e sfiducia. La terza sfida è tecnologica: l’intelligenza artificiale, i big data, la comunicazione digitale possono essere strumenti di inclusione e partecipazione, ma anche di controllo e manipolazione. Sta a noi decidere come usarli, e la politica ha il dovere di governare queste trasformazioni, non subirle. Il Veneto, assieme a tante altre regioni europee, ha scelto la strada della cooperazione dal basso: penso alle strategie macroregionali, alle reti culturali e sociali che attraversano l’Europa e che proprio qui, in queste giornate, troveranno nuove idee. Credo che il ruolo delle Regioni, delle Assemblee legislative, dei comuni sia decisivo: è a questo livello che possiamo sperimentare forme di partecipazione più dirette, processi inclusivi, dialogo con la società civile. È qui che possiamo creare “anticorpi democratici” contro derive autoritarie e contro ogni tentazione di chiusura. Permettetemi allora di concludere con una riflessione di un grande veneto, Luigi Meneghello, che in “Libera nos a malo” scriveva: “la comunità non è fatta di cemento o di muri, ma di rapporti umani, di memoria e di fiducia reciproca”. Ecco, credo che questa sia l’essenza della resilienza democratica: costruire fiducia, custodire memoria, rafforzare i legami umani. Che i lavori di questa Scuola internazionale possano offrire strumenti, idee e nuove energie per rafforzare le nostre comunità e le nostre istituzioni, in Europa e nel mondo. Perché una democrazia viva e resiliente è l’eredità più preziosa che possiamo lasciare alle prossime generazioni”.

La responsabilità editoriale e i contenuti di cui al presente comunicato stampa sono a cura di CONSIGLIO REGIONALE VENETO