Addio Ornella Vanoni: da Pescara a Vasto, memorabili le sue esibizioni in Abruzzo

La cantante aveva 91 anni: è morta ieri sera per un arresto cardiocircolatorio. Storica la relazione con Gino Paoli. Milioni i dischi venduti in 60 anni di carriera. (Nella foto, in una esibizione a Ortona nel 2012)
PESCARA. Addio a Ornella Vanoni: aveva 91 anni compiuti il 22 settembre ma già da tempo era un vero mito, rinato ultimamente grazie alla sua presenza fissa nelle domeniche di “Che tempo che fa”, dove esprimeva la sua simpatia, la sua intelligenza, il carattere libero e la bellezza che l'avevano sempre contraddistinta, senza freni.
Un mito è sempre stata infatti e non perché fosse un'irraggiungibile figura avvolta nel mistero ma proprio per la sua capacità di essere presente sulla scena da poco meno di settant'anni con la sua pirotecnica personalità, la sua classe d'artista e una incredibile carriera così ricca di incontri con personaggi formidabili da sembrare un romanzo. Non è un caso che è stata fino all'ultimo giorno una ricercatissima ospite dei programmi televisivi, per gli aneddoti che raccontava, per la sua imprevedibilità e la totale indifferenza nei confronti del politicamente corretto e delle regole del galateo televisivo.
Per il suo novantesimo compleanno si era fatta un regalo, incidendo "Ti voglio” con Elodie e “ditonellapiaga” e poi anche “Diverse”, un nuovo progetto discografico per BMG. Per poi realizzare con Pacifico, 'Vincente o perdente', un diario sentimentale più che un'autobiografia di 90 spettacolari anni di vita.
Un'avventura umana e artistica nata all'insegna della straordinarietà: lei, figlia della ricca borghesia milanese, diventa, a vent'anni, la ragazza della Mala, nell'ambiente del Piccolo, gioiello di quella Milano che viveva la stagione in cui insegnava al mondo una nuova idea di Cultura. Con grande scandalo dei bempensanti, Ornella diventa la compagna di Giorgio Strehler che, con un'intuizione geniale e la complicità di personaggi come Dario Fo, Fausto Amodei, Fiorenzo Carpi e Gino Negri, le cuce addosso un repertorio entrato nella storia: "Le canzoni della Mala", opera di fini intellettuali ma presentate come frutto di ricerca su antichi manoscritti di ballate popolari. Nascono capolavori come "Ma mi" e "Le mantellate". Uscita dal sodalizio con Strehler e l'ambiente del Piccolo, la Vanoni entra in contatto con la prima vera generazione di cantautori, la Scuola Genovese: nasce l'amore con Gino Paoli immortalato da una delle più belle canzoni della storia della musica italiana, "Senza fine".
Con Gino Paoli sono rimasti amici tutta la vita, i loro concerti insieme sono stati un grande spettacolo e un grande divertimento per l'incontro-scontro di due personalità così forti. Da quel momento, entrata nell'universo della canzone, trova un registro espressivo unico, lontano dalle convenzioni melodiche che le permette di spaziare dalle cover di Roberto Carlos, "L'appuntamento" a quelle della Piaf, "L'albergo a ore", o di Tammy Wynette, "Domani è un altro giorno" fino a quell'intuizione geniale di Sergio Bardotti che le fa incidere "La voglia la pazzia l'incoscienza e l'allegria" con Vinicius De Moraes e Toquinho, canzoni scritte da Jobim e Chico Buarque, un album storico che ha contribuito alla popolarizzazione della musica brasiliana in Italia. La sua sensualità e la sua eleganza raffinata contribuiscono alla creazione di un'interprete dalle caratteristiche uniche nel nostro panorama, un'artista naturalmente votata a un respiro internazionale che ha collaborato praticamente con tutti i più grandi autori e artisti italiani, Lucio Dalla e Fabrizio De Andrè compresi e che è stata anche la prima donna a vincere il Premio Tenco per il "miglior cantautore" perché nel frattempo aveva anche cominciato a scrivere le canzoni.
La prova di una creatività fuori dagli schemi tradizionali è "Ornella &", un album registrato a metà degli anni '80 a New York, dopo che aveva più volte collaborato con Gerry Mulligan, con artisti del calibro di Gil Evans, Herbie Hancock, George Benson, i fratelli Michael e Randy Brecker, Ron Carter, che rappresenta un'altra pagina memorabile della discografia italiana, insieme a un canzoniere che fa parte della memoria collettiva.
La grandezza di Ornella Vanoni sta nel suo essere riuscita a non perdere mai il contatto con la realtà musicale, al di là delle mode e del susseguirsi dei trend, evitando al tempo stesso il pericolo di essere soltanto un classico con una vitalità straordinaria e una consapevolezza superiore che viene da una vita memorabile. Fino all'ultimo giorno, quando si è spenta, all'improvviso nella sua casa milanese.
Grande commozione anche in Abruzzo: le sue esibizioni nella nostra regione hanno sempre riscosso successo. Il 13 luglio 2013 è salita sul palcoscenico del Porto turistico Marina di Pescara per presentare il suo spettacolo “Canto per essere felice”. Ornella Vanoni si è esibita con il suo trio formato da Eduardo Hebling (contrabbasso), Paolo Vianello (pianoforte) e Nicola Oliva (chitarra).
Non si può non menzionare, poi, il concerto al Palazzo d’Avalos di Vasto, che aprì l’edizione 2012 della rassegna “Musiche in Cortile”. Ornella Vanoni regalò una serata memorabile ai presenti e confermò di essere la vera “signora” della musica italiana: nonostante una lieve indisposizione fisica, riuscì a mantenere la scena con grande professionalità e simpatia, regalando grandi emozioni. Al suo fianco il chitarrista vastese Nicola Oliva, oggi nella band di Laura Pausini.
Nel 2012, dopo un mese e mezzo di stop, la regina della canzone italiana Ornella Vanoni scelse Ortona e il festival "Donne in Jazz" per tornare sui palcoscenici. E regalò una notte melodica agli spettatori presenti al Teatro Tosti. Lo spettacolo si è ripetuto il giorno dopo al Teatro Marrucino di Chieti.

