Al via la prima edizione del festival “Dell'Abruzzo e d'altre regioni – rami e radici”

14 Maggio 2025

Si parte venerdì 16 maggio alle 20.45 con Marco Valeri e il suo “Via dei Matti 43”: ecco tutto il programma

PESCARA. “Dell'Abruzzo e d'altre regioni – rami e radici” è la prima edizione di un festival dedicato ai lavori prodotti e ispirati alla terra d'Abruzzo ma anche alla relazione e al confronto con quelli che si rifanno ad altri territori regionali. Un nuovo progetto del Florian Metateatro che si svilupperà nel triennio 2025-2027 nel corso del quale saranno proposte, prodotte e ospitate, non solo le storie e le lingue regionali, ma anche le sonorità, i canti, la musica, le danze e tutta la ricchezza di un patrimonio culturale che affonda le sue radici nella tradizione ma che finalmente viene ripensato, frequentato, rinnovato.

Si parte venerdì 16 maggio alle 20.45 con Marco Valeri e il suo “Via dei Matti 43”, una storia aquilana drammaturgia di Marco Valeri e Francesco Niccolini che cura anche la regia di Francesco Niccolini, in collaborazione con Festival Montagne Racconta e associazione culturale “I Guastafeste” (L’Aquila), produzione Fondazione Accademia dei Perseveranti e Fondazione Sipario Toscana.

Nella stessa via e nello stesso stabile in cui un tempo c’era una casa famiglia, ora sorge una libreria, anzi per l’esattezza una “libereria”, perché i libri liberano la mente e appartengono non a chi li scrive ma a chi li legge: la Libereria di via dei Matti 43. Lì per alcuni anni ha vissuto un gruppo di ragazzini con disturbi mentali e comportamentali, ognuno con la propria stranezza e il proprio talento, come spiegava loro il Direttò, un uomo buono come il pane e grande come una montagna che a quei ragazzini voleva un bene dell’anima.

Al ritmo di una giostra impazzita, Marco Valeri - narratore aquilano - racconta la storia presente e passata di Via dei Matti e dei suoi vivacissimi abitanti, tra risate, singulti e accenti strani, parole immaginarie e destini fragili, sempre con il batticuore. Un racconto poetico, tenerissimo e indifeso sull’infanzia negata.

Sempre venerdì 16 alle 22 ci sarà il debutto in concerto del gruppo Sansisto (Pescara) fondato e guidato da Tino Santoro che traccia così la linea poetica di questa formazione tutta abruzzese: “La musica popolare rappresenta per me un grande patrimonio sonoro e antropologico, e così abbiamo sviluppato un repertorio parallelo dedicato ad alcuni classici della canzone popolare, riletti attraverso una forma sonora che vuole discostarsi nettamente dai clichés folcloristici a cui alcune interpretazioni ci hanno abituato. Se dovessi trovare una peculiarità nella mia musica, direi la tensione ritmica, con cui cerco di raccordare tradizione e innovazione. D'altronde suono tamburi, da sempre”. Con Tino Santoro, chitarra e voce, Alessio Tessitore, voce e percussioni, Peppe Tetiviola, flauto traverso e flauti etnici, Quirino Prosperi, basso elettrico e acustico; e con la partecipazione di Vania Salvatore, voce.

Si prosegue domenica 18 alle 20.45 con "Facimmo ca je fosse" una narrazione a due tra il fantastico e il crudele, del giovane Collettivo Agĕre (Napoli - Nova Siri), Drammaturgia, regia e interpretazione di Carmine Bianco e Luca Lombardi. Selezione Premio Scenario 2025.

La messinscena si avvale della tradizione popolare, della poetica del Cunto de li Cunti e di una lingua arcaica napoletana rielaborata dagli interpretati. "Facimmo ca ie fosse’" è un racconto nel racconto, una narrazione che si snoda tra il fantastico e il crudele, tra la fiaba e l'orrore. Due cantastorie laidi e corrotti si trovano di fronte a un desiderio esaudito che si trasforma in maledizione, e li costringe a fare i conti con la propria voce e la propria coscienza. Il ritmo serrato, la fisicità grottesca e la continua oscillazione tra ironia e tragedia accompagnano lo spettatore in un viaggio che interroga il senso stesso del narrare, facendo emergere il potere del racconto come strumento di salvezza e condanna.

Sempre domenica 18 gran finale alle 22 con il concerto tra tradizione e sperimentazione “Candëfòche” di Marinella Iezzi (Chieti) cantautrice di musica pop in abruzzese (ha partecipato alla Notte dei Serpenti in uno strepitoso duetto con il M° Melozzi) accompagnata da musicisti quali Daniele Mammarella, chitarre e strumenti etnici, e Federico Nelson Fioravanti alle percussioni.

Dopo anni di formazione e attività professionale all’estero (da Amsterdam a Londra) Marinella Iezzi torna in Italia con una proposta artistica che intreccia radici e futuro. "Candëfòche", il suo ultimo spettacolo, debutta al Florian Espace di Pescara nell’ambito di un festival che si ispira ai suoi stessi intenti: un viaggio musicale e performativo in cui folklore, voce e sperimentazione si fondono per dare nuova forma alla tradizione. Attraverso strumenti acustici, elettronica e un uso evocativo della voce, "Candëfòche" rappresenta l’essenza della sua ricerca: una narrazione viva che parte dalle radici per espandersi verso nuove possibilità espressive; un progetto artistico dove la memoria incontra l’innovazione, con l’intento di custodire il patrimonio culturale rinnovandone i valori e aprendolo a nuovi orizzonti.

Naturalmente, come è tradizione al Florian Espace, le serate saranno concluse dai postPlay , gli apprezzati incontri tra pubblico e artiste e artisti. Ingresso intera serata: 12 euro intero, 10 ridotto. Prenotazioni 392.0496655 (anche WhatsApp).

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